Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche
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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 103<br />
In merito ad una possibile classificazione delle specie secondo il loro legame a<br />
condizioni di “interno forestale”, di margine e di ambiente aperto, Villard (1998) ha<br />
distinto le specie in:<br />
- forest-interior specialists: sono le specie che nidificano (o localizzano il proprio<br />
territorio/home range) solo all’interno di aree forestali e tendono ad evitare<br />
gli ambienti di margine;<br />
- interior-edge generalists: presenti in ambienti forestali senza distinzioni in<br />
merito alla posizione occupata (se marginale o no);<br />
- edge species: specie legate al margine forestale;<br />
- field-edge species: specie rivenibili in ambienti aperti e lungo i margini forestali.<br />
Lo stesso Autore sottolinea comunque come siano ancora scarsi gli studi a riguardo<br />
e come tale classificazione debba ancora essere meglio definita.<br />
Bolger et al. (1997) hanno identificato tre gruppi sulla base della loro risposta<br />
all’effetto margine e alla frammentazione: svantaggiate (edge/fragmentation reduced<br />
species); avvantaggiate (edge/fragmentation enhanced species); con risposta<br />
neutra (generaliste, abbondanti e relativamente ben distribuite alla scala di indagine)(Fig.<br />
19, 20, 21).<br />
Sotto il profilo evolutivo, le specie strettamente legate a tipologie ecosistemiche<br />
già di per sé altamente disperse e frammentate per cause naturali (es. laghi, cavità,<br />
aree sommitali) hanno sviluppato, in linea generale, adattamenti a sopravvivere in<br />
queste condizioni e a disperdersi tra questi habitat naturalmente isolati tra di loro;<br />
viceversa, le specie legate a tipologie ambientali originariamente distribuite con<br />
continuità, proprio perché non adattate alle nuove condizioni venutesi a creare,<br />
possono mostrare più difficoltà a disperdersi in paesaggi frammentati (Kareiva e<br />
Wennergren, 1995; Orians e Soulé, 2001).<br />
Brooker et al. (1999) e Bolger et al. (2001) hanno indicato come la sensibilità<br />
alla frammentazione delle specie e la loro capacità di sopravvivere in tempi lunghi<br />
in piccole popolazioni isolate possa essere dovuta, almeno in parte, alla loro relativa<br />
capacità di disperdersi attraverso aree antropizzate. Le specie più sensibili mostrano,<br />
infatti, una scarsa attitudine alla dispersione in ambienti trasformati dall’uomo<br />
e, conseguentemente, fanno osservare i maggiori tassi di estinzione in frammenti<br />
isolati (Bolger et al., 2001).<br />
A tal proposito, è utile ricordare come alcune fra le specie più sensibili compensino<br />
la scomparsa e la frammentazione del proprio habitat ottimale spostandosi verso<br />
altri tipi di habitat meno idonei (fenomeno definito habitat compensation da<br />
Norton et al., 2000) mentre altre, al contrario estremamente specializzate, possono<br />
mostrare una tendenza a non allontanarsi dal sito natale (fenomeno definito site-te-