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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 89<br />

vato come, nel Parco regionale dei Colli Euganei (Veneto), il Riccio europeo<br />

(Erinaceus europaeus) rappresenti il 40% del numero totale di individui investiti,<br />

appartenenti a differenti specie di uccelli e mammiferi (nel periodo di<br />

studio: media 3,2 esemplari/100 km) (si veda anche Brockie, 1989). Anche<br />

per questa specie, come per alcuni anfibi (si veda Scoccianti, 2001), gli investimenti<br />

sembrano concentrarsi in alcuni specifici tratti stradali (se non addirittura<br />

siti localizzati) che possono coincidere con corridoi preferenziali tra<br />

aree ecologicamente idonee e ove sarebbe opportuno attuare interventi di deframmentazione.<br />

Per molte specie di vertebrati gli investimenti lungo le infrastrutture<br />

stradali rientrano tra le prime cause di mortalità indotta dall’uomo<br />

(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, senza data). Il traffico veicolare<br />

costituisce una rilevante causa di mortalità per impatto anche in molte specie<br />

di uccelli. Tra queste, gli Strigiformi risultano particolarmente esposti a questo<br />

rischio. Uno studio di Galeotti et al. (2001), effettuato attraverso il coinvolgimento<br />

di 100 rilevatori distribuiti in gran parte del territorio italiano, ha mostrato<br />

come la Civetta (Athene noctua), il Barbagianni (Tyto alba), il Gufo comune<br />

(Asio otus) fossero le specie più colpite: la prima prevalentemente nel<br />

periodo estivo (periodo di dispersione post-riproduttiva dei giovani dell’anno);<br />

le altre due specie nel periodo invernale (individui adulti);<br />

- alterazione di altri fattori demografici e genetici a livello di popolazione, oltre<br />

che comportamentali e fisiologici a livello individuale (cambiamento nella dimensione<br />

dello home range in specie territoriali, nei pattern di presenza/assenza<br />

e di dispersione, nella struttura sociale e nel successo riproduttivo, nello<br />

stato fisiologico dei singoli individui, ecc.). Tra gli effetti genetici, Scoccianti<br />

(2001) riporta uno studio effettuato in Germania in cui è stata osservata una<br />

riduzione del tasso medio di eterozigosi e del polimorfismo genetico in popolazioni<br />

di Rana temporaria (Rana temporaria) separate da infrastrutture stradali.<br />

Questi effetti potevano riscontrarsi fino a 3-4 km di distanza dalla barriera.<br />

Per quel che riguarda gli effetti demografici, McGregor et al. (2000) hanno<br />

osservato effetti apprezzabili sulla densità degli uccelli nidificanti in prossimità<br />

di strade trafficate (in Olanda gli effetti sono stati riscontrati sul 60% delle<br />

specie) con riduzioni di densità fra il 20 ed il 95% degli individui entro i 250<br />

metri di distanza ed entro i 3,5 km dalle autostrade (cfr. par. 1.8). Tale impatto<br />

è risultato superiore, su questa specie, a quello prodotto dal disturbo visivo o<br />

dalla mortalità per collisione con autoveicoli. Un altro aspetto è relativo al<br />

ruolo del disturbo sonoro indotto dal traffico veicolare sulle vocalizzazioni a<br />

scopo territoriale e riproduttivo degli uccelli (inquadrabile anche come effetto<br />

margine; cfr. par. 1.8). A titolo di esempio esistono alcune evidenze per quanto

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