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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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canali agiscano in alcuni casi da trappole <strong>ecologiche</strong>; infatti gli individui che vi cadono<br />

dentro (o vi vengono attirati dalla presenza di acqua) possono non avere possibilità<br />

di fuga a causa delle pa<strong>reti</strong> levigate e periscono per disidratazione, annegamento,<br />

mancanza di nutrimento.<br />

Infine, anche le strutture artificiali di ridotte dimensioni (<strong>reti</strong>, manufatti, piccoli<br />

canali e scoline, ecc.), in linea generale non cartografabili alle scale utilizzate nella<br />

pianificazione comunale e provinciale del territorio, possono interferire sui movimenti<br />

locali della fauna selvatica di piccole dimensioni (insetti, anfibi, micromammiferi)<br />

6 (Fig. 17). Un ultimo accenno ad altre opere artificiali che trasformano e<br />

frammentano determinate tipologie ambientali, aumentando il disturbo con conseguenze<br />

sui movimenti di specie sensibili. Si pensi agli sbarramenti lungo corsi<br />

d’acqua (barriere totali o parziali per l’ittiofauna, l’erpetofauna e per molti invertebrati<br />

acquatici) e alle attività collegate alla attività sciistica (piste, impianti di risalita<br />

ecc.) che costituiscono ulteriori opere in grado di trasformare aree forestali e<br />

sommitali interrompendo la continuità di questi ecosistemi (Fig. 18).<br />

Una serie di interventi sono stati ipotizzati per mitigare l’effetto di barriera provocato<br />

da molte fra queste opere e mantenere o ristabilire le vie naturali di dispersione<br />

(tunnel, sottopassi, ecc.: si vedano, ad esempio: Yanes et al., 1995; Jackson,<br />

1996; Dinetti, 2000; Jackson e Griffin, 2000). Benché tali interventi possono mostrarsi<br />

utili in taluni casi e per determinate specie, in altri si rivelano complessi da<br />

attuare e non risolvono le conseguenze <strong>ecologiche</strong> dirette e indirette, a volte irreversibili,<br />

collegate alla presenza delle opere artificiali (Clevenger e Waltho, 2000;<br />

Trombulak e Frissell, 2000). Riguardo agli interventi di superamento delle barriere<br />

da infrastrutture esiste una bibliografia specifica alla quale si rimanda (si veda ad<br />

esempio Dinetti, 2000).

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