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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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86 <strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong><br />

1.9 Il ruolo delle barriere<br />

Nelle pagine precedenti si è accennato agli effetti della frammentazione <strong>ambientale</strong><br />

sottolineando come questo processo possa influenzare i movimenti individuali<br />

(Debinski e Holt, 2000; cfr. par. 1.4). I diversi elementi del mosaico <strong>ambientale</strong>,<br />

formatosi in seguito alla frammentazione di origine antropica, possono,<br />

infatti presentare una diversa idoneità e funzionalità ecologica, per specie differenti,<br />

sia in termini di habitat che come via di dispersione. Si può allora dire, utilizzando<br />

un termine recentemente coniato, che essi presentano una differente<br />

“(bio)permeabilità” 1 . In particolare alcuni fra questi elementi paesistici, localizzati,<br />

di forma lineare o a carattere “diffuso” possono mostrare una scarsa o nulla<br />

idoneità ecologica impedendo, parzialmente o del tutto, le dinamiche individuali<br />

di determinate specie e agendo così da barriera parziale o totale (ovvero mostrano<br />

una biopermeabilità, rispettivamente, scarsa o nulla). Tale alterazione può provocare<br />

conseguenze a livello di popolazione, di tipo genetico e demografico, come<br />

già riportato (cfr. par. 1.5).<br />

L’effetto di barriera alla dispersione determinato dalle trasformazioni antropiche<br />

può agire in modo differente rispetto a quello prodotto dalle barriere naturali (mare,<br />

catene montuose, aree desertiche, ecc.), che, al contrario, possono provocare, in linea<br />

generale, effetti su scale spaziali e temporali ben differenti e di tipo evolutivo,<br />

oltre che ecologico.<br />

Si può parlare di barriere localizzate e puntiformi (come infrastrutture lineari e<br />

puntuali per alcune specie a dispersione terrestre) e di barriere diffuse (come il sistema<br />

insediativo ed aree agricole per alcune specie forestali), di barriere semplici<br />

e di barriere complesse (Romano, 2000). Nel linguaggio della pianificazione è stato<br />

usato anche il termine di “detrattore <strong>ambientale</strong>” (Aa. Vv., 2003).<br />

Il concetto di barriera è, in ogni caso, relativo per ciascuna specie: una stessa infrastruttura<br />

o una determinata categoria di uso/copertura del suolo possono agire da<br />

barriera per una specie e da via di dispersione per un’altra. A titolo di esempio, le<br />

strade e le opere lineari (elettrodotti, canali artificiali, ferrovie) costituiscono una barriera<br />

parziale o totale alla dispersione di alcune specie animali e, al tempo stesso, un<br />

formidabile corridoio per alcune specie generaliste, nonché per l’ingresso, negli am-<br />

2 Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con la Lega Italiana Protezione Uccelli<br />

(LIPU) ha recentemente pubblicato un opuscolo dal titolo “Strade e fauna selvatica: come migliorare la sicurezza”<br />

che fornisce, tra l’altro, interessanti dati quantitativi sulla mortalità di alcune specie lungo tratti<br />

stradali italiani.

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