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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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Reti <strong>ecologiche</strong> 189<br />

tare come, nell’ambito di un’analisi condotta per Carta della Natura, una selezione<br />

di specie di vertebrati può non essere rappresentativa dei valori complessivi di biodiversità.<br />

Inoltre, è stato fatto notare come approcci a livello di specie possano consumare<br />

ingenti risorse che sarebbe più opportuno rivolgere verso obiettivi ecologici<br />

più ampi (Lambeck, 1997).<br />

A tal proposito esiste un dibattito nella conservazione riguardante l’obiettivo<br />

delle strategie: se esse, cioè, debbano essere attuate indirizzando gli sforzi su<br />

singole popolazioni e specie, su livelli superiori di organizzazione ecologica<br />

(ad esempio, biocenosi: M. Bologna e L. Contoli, in verbis; per un approccio a<br />

livello di comunità, si veda Scalercio, 2001; cfr. anche APAT, 2003) o su processi<br />

(Dobson et al., 1999). Alcuni Autori ritengono che sia comunque ragionevole<br />

combinare gli approcci (vedi quanto riportato nell’interessante contributo<br />

di Terzi, 2000).<br />

La realizzazione di <strong>reti</strong> <strong>ecologiche</strong> basate sulle indicazioni fornite da alcune<br />

specie sensibili rappresenta, quindi, solo uno degli approcci possibili. Esso, malgrado<br />

limitazioni evidenti, può tuttavia consentire una semplificazione operativa della<br />

complessità dei processi ecologici, supplendo almeno in una prima fase alla impossibilità<br />

di considerare la biodiversità in toto (Reggiani et al., 2001).<br />

Soulé (1991) ha suggerito la scelta di differenti specie (definite target), ciascuna<br />

rappresentativa di un gruppo affine ecologicamente e legate ad habitat specifici, oltre<br />

che indagabili su scale diverse; il tutto prescindendo da scelte emotive e soggettive<br />

(si vedano anche Lindenmayer e Nix, 1993; Gimona, 1999; Soulé e Orians,<br />

2001; per l’Italia, si veda Massa et al., 2000; Reggiani et al., 2000). 1<br />

Criteri di scelta<br />

La scelta delle specie target può basarsi su due criteri principali: conservazionistico<br />

e di sensibilità ecologica al processo di frammentazione. Altri criteri (ad<br />

esempio biogeografico, di interesse gestionale, ecc.) possono essere ulteriormente<br />

presi in considerazione.<br />

Come evidenziato da Dobson et al. (1999) le specie candidate a svolgere una funzione<br />

di target per attuare strategie di incremento della <strong>connettività</strong> sono quelle con<br />

1 Fermi restando gli aspetti ecologico-conservazionistici, non sono tuttavia da escludere approcci “emotivi”<br />

nella scelta dei target, ove si tratti di specie in grado di favorire un aumento della “biofilia” da parte della<br />

popolazione locale, principale fattore di pressione (S. Malcevschi, in verbis).

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