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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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162 Connettività<br />

persiva, molto vagili (ad esempio, uccelli migratori, chirotteri, alcuni gruppi di insetti)<br />

possono, durante i loro movimenti a scale differenti, usufruire di una serie di<br />

frammenti puntuali, anche di dimensioni ridotte, disposti in serie (definiti steppingstones)<br />

più che di corridoi lineari (si veda la classificazione dei corridoi nelle pagine<br />

precedenti; Bennett, 1999; MacMahon e Holl, 2001).<br />

La qualità <strong>ambientale</strong> nei corridoi è un altro elemento da prendere in considerazione.<br />

Come già riportato, i corridoi, per la loro forma lineare e per il rapporto perimetro/area<br />

elevato, possono essere percepiti come aree di bassa qualità da alcune<br />

specie sensibili e ciò può costituire un fattore che ne pregiudica l’efficacia, almeno<br />

per quelle specie inabili o riluttanti ad utilizzare la matrice trasformata dall’uomo<br />

(Bolger et al., 2001). In realtà, può non essere necessario mantenere, sempre e per<br />

ogni specie, una elevata idoneità di habitat nei corridoi. Infatti, la funzione di tali<br />

aree può limitarsi al mantenimento delle dinamiche delle specie più che a soddisfarne<br />

le esigenze <strong>ecologiche</strong> complessive (alcune specie specialiste possono infatti<br />

rivelarsi generaliste nella fase dispersiva; si veda Palomares, 2001). In alcuni casi,<br />

un’alta qualità <strong>ambientale</strong> nei corridoi può addirittura provocare effetti indesiderati:<br />

infatti, in determinate condizioni, si può assistere ad una paradossale riduzione dei<br />

tassi di dispersione tra frammenti proprio perché queste aree andrebbero a svolgere<br />

una funzione di habitat più che di corridoio di dispersione in senso stretto 7 .<br />

Il contrasto qualitativo tra le differenti tipologie ambientali dell’area corridoio e<br />

della matrice è una ulteriore variabile da prendere in considerazione. In alcuni casi,<br />

e per alcune specie, un contrasto marcato può infatti facilitare l’uso della tipologia<br />

<strong>ambientale</strong> come area connettiva la quale assume, tra l’altro, un ruolo di rifugio; in<br />

altri casi tale contrasto può provocare un marcato effetto margine rendendo la stessa<br />

non idonea come corridoio di dispersione (Dobson et al., 1999).<br />

Nelle fasi di individuazione e perimetrazione delle aree a funzione connettiva è, infine,<br />

di importanza strategica considerare, oltre gli aspetti ecologici, anche quelli sociali,<br />

culturali, economici caratteristici del contesto territoriale studiato (Soulé, 1991).<br />

Ad esempio, pur se un’area può rivelarsi idonea a svolgere, sotto un profilo ecologico,<br />

un ruolo connettivo per determinate specie sensibili, dovrebbero essere attentamente<br />

valutati anche gli eventuali disturbi antropici, localmente presenti o potenziali, che<br />

possono intervenire su tali specie vanificando gli sforzi di conservazione. Secondo<br />

Soulé e Orians (2001), il fattore umano deve essere quindi considerato in modo priori-<br />

7 A questo proposito è interessante quanto riportato da Farina (2001) riguardo alla necessità di caratterizzare<br />

la funzionalità di ogni elemento del paesaggio, e quindi anche delle aree corridoio, in funzione delle necessità<br />

<strong>ecologiche</strong> delle singole specie (dispersive, trofiche, riproduttive, di roosting, ecc.).

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