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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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192 Reti <strong>ecologiche</strong><br />

sione, potrà consentire in un’ottica di pianificazione la definizione delle aree di rete<br />

ecologica funzionale e specie-specifica (core areas, buffer zones, corridors, stepping<br />

stones, restoration areas; sensu IUCN, vedi Reggiani et al., 2000).<br />

Un interessante recente filone di ricerca è quindi indirizzato alla valutazione del ruolo<br />

di indicatore nelle strategie di pianificazione, rivestito da alcune specie sensibili al processo<br />

di frammentazione (cfr. par. 1.10). A titolo di esempio, in Svizzera e a scala nazionale,<br />

è stata prodotta una tabella di base empirica per valutare il ruolo di “bioindicatori<br />

per analisi di rete ecologica” di alcuni gruppi faunistici in funzione degli elementi del<br />

paesaggio (Righetti, 2001). Analoghi lavori sono stati condotti in Olanda dall’Institute<br />

for Forestry and Nature Research (IBN-DLO, 1996; per l’Italia, vedi Massa et al., 2000).<br />

E’ anche possibile individuare, fra i target, quelle specie che, viceversa, risultano<br />

favorite dalla frammentazione e, in generale, dall’antropizzazione. Fra queste rientrano<br />

le specie antropofile e generaliste con problematiche di tipo demografico,<br />

quelle introdotte volontariamente o involontariamente, per le quali è prioritario il<br />

controllo (se non l’eradicazione), anziché il mantenimento del processo di dispersione<br />

(si veda, ad esempio, Amori e Lapini, 1997) e infine, quelle legate alla gestione<br />

venatoria (Bolger et al., 2001).<br />

Cartografie di idoneità potenziale<br />

Se si pongono in relazione la distribuzione spaziale di determinate categorie di<br />

uso/copertura del suolo con il grado di idoneità di queste ultime per determinate<br />

specie, si ottengono delle carte di potenzialità relative alla presenza di singole specie<br />

o gruppi che possono risultare di grande interesse teorico e applicativo (per la<br />

3 Può essere utile confrontare il grado di frammentazione dell’areale di distribuzione di una specie, desumibile<br />

da Atlanti, con la frammentazione del proprio habitat inteso qui, in modo semplificato, come la gamma<br />

di tipologie di uso/copertura del suolo idonee alla specie e desumibile da cartografie tematiche. Gran parte<br />

delle specie, benché strettamente legate a determinate tipologie di uso/copertura del suolo possono mostrare<br />

pattern distributivi non coincidenti con questi ultimi: popolazioni di una determinata specie possono essere,<br />

infatti, presenti dove l’habitat non è ottimale (ad esempio, popolazioni sink); viceversa possono essere assenti<br />

ove l’habitat risulta idoneo (ad esempio, a causa di scomparsa locale).<br />

Tra le finalità degli Atlanti floro-faunistici, oltre che aumentare le conoscenze di base sulla presenza e distribuzione<br />

di determinate specie o gruppi nell’area di studio, rientrano quelle di: analizzare i fattori ed i processi<br />

responsabili dei pattern di distribuzione (biogeografici, ecologici, antropici) che possono rivelarsi differenti<br />

a scale diverse; valutare la sensibilità di determinate specie a fattori di minaccia; individuare il grado<br />

di isolamento delle popolazioni; correlare la presenza/distribuzione di specie (o gruppi di specie) e gli hot<br />

spot di ricchezza/diversità a determinate scale; infine, quelle di ipotizzare strategie di pianificazione territoriale<br />

e di conservazione sulla base di dati oggettivi relativi a determinate specie. Il confronto fra Atlanti relativi<br />

alla stessa area ripetuti in periodi differenti può rilevare, infine, eventuali dinamiche di areale.

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