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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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174 Reti <strong>ecologiche</strong><br />

protette istituite si strutturerà una rete nella quale verranno privilegiati gli<br />

aspetti legati alla loro gestione (ad esempio, infrastrutture e servizi legati alle<br />

funzioni delle aree protette). Ovviamente, ciò non coincide con l’individuazione<br />

di una rete ecologica intesa in senso strettamente ecologico e di conservazione<br />

come fatto osservare già da Boitani (2000);<br />

-Una Rete Natura 2000: in essa il criterio è consistito nella individuazione e selezione<br />

di un insieme di siti che ospitano habitat e specie minacciate (elencate<br />

nelle Direttive CE 92/43 “Habitat”e 79/409 “Uccelli”). Tale criterio di scelta<br />

può essere definito più oggettivo del precedente essendo state definite specie e<br />

habitat meritevoli di conservazione. Tuttavia, anche in questo caso, benché<br />

una tale rete possa contribuire ad aumentare la superficie delle aree tutelate,<br />

concettualmente l’attenzione viene sempre focalizzata su specifici ambiti territoriali<br />

e si può perdere di vista la problematica relativa al mantenimento della<br />

<strong>connettività</strong> per determinate specie;<br />

- se “gli oggetti” da mettere in rete sono “luoghi” di interesse storico, sociale o<br />

<strong>ambientale</strong> in senso lato verranno privilegiati, in questo caso, gli aspetti percettivi<br />

del paesaggio, legati alla sfera umana e culturale, rispetto a quelli ecologico-funzionali<br />

(si veda il filone delle Greenway e delle Green Belt urbane,<br />

della fruizione delle aree verdi, ecc.). Franco (2003), in questo caso, sottolinea<br />

come il termine “ecologica” assuma un significato di tipo evocativo ed emotivo.<br />

Lo stesso Autore sottolinea inoltre come si possa essere tentati, nel redigere<br />

piani di rete ecologica, di considerare efficace e funzionale un sistema solo<br />

perché esso rientra all’interno dei nostri schemi e riferimenti culturali e cognitivi;<br />

- se gli “oggetti” sono costituiti da ecosistemi naturali e dalle loro componenti,<br />

che per mantenere una loro funzionalità devono interagire fra loro (“sistemi<br />

aperti”), siamo in presenza di un approccio alla rete ecologica di tipo strettamente<br />

ecologico-funzionale. Benché sia opportuno tenere conto, a livello territoriale,<br />

delle diverse accezioni del concetto è bene tenere presente, come più<br />

volte ricordato, il fatto che sia quest’ultimo il più corretto riguardo agli obiettivi<br />

di mitigazione degli effetti della frammentazione sulla diversità biologica.<br />

Nell’ambito di un approccio strettamente ecologico, Reggiani et al. (2001)<br />

hanno indicato alcune caratteristiche necessarie alla definizione di <strong>reti</strong> <strong>ecologiche</strong>.<br />

Esse dovrebbero essere definite, oltre che per un gruppo eterogeneo di specie sensibili<br />

(<strong>reti</strong> multispecie), anche su differenti scale geografiche (<strong>reti</strong> multiscala), con<br />

obiettivi multipli e confrontandosi con diverse ottiche disciplinari (<strong>reti</strong> multiobiettivo).<br />

Le <strong>reti</strong> <strong>ecologiche</strong> dovrebbero, inoltre, adattarsi ai cambiamenti ambientali<br />

che potrebbero intervenire su ampie scale temporali (<strong>reti</strong> dinamiche) in modo da

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