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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 115<br />

disturbo antropico, oltre che alla frammentazione in senso lato, da parte di altre<br />

specie strettamente forestali come l’Astore (Accipiter gentilis; Andrén, 1994; Cieslak,<br />

1985 e, per l’Italia, Campora e Silvano, 2003) e lo Sparviero (Accipiter nisus;<br />

Helle, 1985). La disponibilità di alberi maturi nei frammenti è, tra l’altro, un fattore<br />

chiave per le specie nidificanti all’interno di cavità (hole-nesters) che può pregiudicarne<br />

la presenza nei frammenti forestali (vedi ad esempio i piciformi e, tra i passeriformi,<br />

il Picchio muratore, Sitta europaea; McCollin, 1993).<br />

Molti Autori, infine, hanno fornito indicazioni riguardanti la sensibilità alla<br />

frammentazione di alcuni passeriformi forestali ancora ampiamente diffusi e comuni<br />

all’interno del proprio areale (a titolo di esempio, Helle, 1985, per Regolo, Regulus<br />

regulus; Cincia mora, Parus ater; Rampichino alpestre, Certhia familiaris; Opdam<br />

et al., 1985 per Luì verde, Phylloscopus sibilatrix; Cincia bigia, Parus palustris;<br />

Rampichino, Certhia brachydactyla; Cieslak, 1985 per Ciuffolotto, Pyrrhula<br />

pyrrhula; Hinsley et al., 1995 per Scricciolo, Troglodytes troglodytes; Bellamy et<br />

al., 1996a per Fringuello, Fringilla coelebs). Un recente lavoro di Fornasari et al.<br />

(2002) definisce il “baricentro ecologico” di un gran numero di specie comuni nidificanti<br />

in Italia sulla base dei dati forniti da un progetto specifico (MITO2000). In<br />

tal senso tale parametro può essere di grande utilità per individuare le specie più<br />

strettamente legate a determinate tipologie ambientali e come tali specialiste e, in<br />

linea generale, potenzialmente sensibili alla alterazione dei relativi parametri spaziali<br />

e qualitativi di habitat.<br />

Viceversa gran parte delle specie, appartenenti ai generi Corvus e Turdus mostrano<br />

una affinità maggiore verso condizioni tipiche di aree di margine e possono, così, essere<br />

definite specie marginali (o edge; Kluza et al., 2000). Quanto osservato in Nord<br />

America è stato riscontrato anche nelle specie appartenenti ad alcuni fra i generi sopra<br />

elencati in Europa (vedi, tra i tanti, Hinsley et al., 1995).<br />

La presenza di specie marginali può determinare effetti negativi sulle specie interior<br />

(Fahrig, 1997; si veda anche Bennett, 1999). Come accennato in precedenza<br />

(vedi par. 1.8), molte specie generaliste, tipiche di ambienti marginali e antropizzati,<br />

possono predare uova e nidiacei di specie interior o parassitarne i nidi e ciò avviene<br />

in proporzione maggiore in frammenti con rapporto perimetro/area elevato<br />

(si veda, ad esempio, Friesen et al., 1999).<br />

Il parassitismo e la predazione dei nidi risulterebbero fattori importanti nella riduzione<br />

in abbondanza delle specie interior forestali in paesaggi frammentati. In aree<br />

edificate all’interno di settori forestali l’alto tasso di predazione dei nidi, causato da<br />

un aumento nel numero e nella abbondanza di specie marginali, conseguente all’aumento<br />

in superficie delle aree di margine, può provocare un declino in abbondanza<br />

delle specie più sensibili (Kluza et al., 2000). Robinson et al. (cit. in Kluza et al.,

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