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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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198 Reti <strong>ecologiche</strong><br />

L’efficacia ecologica di un sistema di aree protette, o comunque tutelate, può essere allora<br />

garantita solo attraverso una sua rilettura funzionale.<br />

Al fine di valutare quanto l’attuale sistema di aree protette possa coincidere con<br />

le aree effettivamente meritevoli di conservazione può essere, allora, necessario sovrapporre,<br />

qualora disponibili, i dati spazialmente espliciti relativi alla distribuzione<br />

e all’abbondanza potenziale (o, ove possibile, effettiva) delle specie (cfr. le carte<br />

di idoneità; par. 3.4) con quelli inerenti la presenza e l’articolazione spaziale di parchi,<br />

riserve e monumenti naturali. Dal confronto tra questi strati tematici sarà possibile<br />

valutare il grado di efficacia dell’attuale sistema di aree protette, individuando<br />

eventuali lacune di conservazione rispetto ai pattern di distribuzione e di abbondanza<br />

delle singole specie target/focali (o a quelli di ricchezza specifica/rarità/endemismo;<br />

Williams, 1998; vedi l’analisi Gap in Scott e Jennings, 1997 descritta nel<br />

sottoparagrafo successivo).<br />

Per ridurre le eventuali lacune di conservazione si possono prevedere, oltre a<br />

ipotesi di nuove istituzioni e riperimetrazioni di aree protette, anche il coinvolgimento<br />

di aree a diversa tipologia di tutela o vincolo (Siti di Importanza Comunitaria<br />

Dir. “Habitat” 92/43/CE, Zone di Protezione Speciale “Uccelli” Dir. 79/409/CE,<br />

aree venatorie L. 157/92, fondi chiusi e aree militari, aree con vincolo paesistico L.<br />

1089/39, L. 1497/39, L. 431/85, recepite nel T.U. D. lgs. 490/99, aree L. 183/89,<br />

aree sottoposte ad uso civico), coinvolgendo e coordinando i diversi enti gestori<br />

verso obiettivi comuni di conservazione 2 (Fig. 44). Una problematica in questa fase<br />

può essere quella relativa alla ridistribuzione territoriale delle responsabilità am-<br />

2 Le aree venatorie possono essere incluse in questo sistema valutandone la funzionalità per determinati<br />

obiettivi di conservazione. Nelle Aziende Faunistico-Venatorie (le ex riserve di caccia) si esercita una caccia<br />

limitata ad una fauna priva di interesse conservazionistico; la normativa venatoria di fatto rende queste aree<br />

idonee alla conservazione di ecosistemi e paesaggi ed al mantenimento delle dinamiche di molte specie target<br />

sensibili. Oltretutto queste aree sono comprese già nella quota di territorio soggetto ad attività venatoria<br />

(vedi il dibattito sul 30 % di superficie agro-silvo-pastorale interdetto a tale attività basato sulle indicazioni<br />

della L. 157/92 e, nel Lazio, della Legge Regionale n. 17/95) e la loro inclusione in una rete ecologica non<br />

influenzerebbe i precari equilibri tra superfici destinate alle aree venatorie e aree sottoposte a vincolo (si vedano,<br />

ad esempio, gli esempi per la Provincia di Viterbo, in Bologna e Calvario, 1996; per la Provincia di<br />

Roma, si veda Battisti, 1999). Il ruolo delle aree venatorie nella pianificazione di rete ecologica viene indicato<br />

anche in alcuni Piani Faunistici Venatori Regionali. Nel Piano Faunistico Venatorio del Lazio (Regione<br />

Lazio, 1998) si sottolinea la necessità di favorire una adeguata connessione tra aree protette e venatorie a fini<br />

di conservazione.<br />

Per il ruolo dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale nella Rete Natura 2000,<br />

si veda, invece, ad esempio, Cerfolli e Lombardi (2000). Per una quantificazione del ruolo dei S.I.C. /Z.P.S.<br />

nel comprendere una proporzione maggiore di aree ad elevata idoneità per alcune specie/gruppi; si vedano<br />

Santini et al. (2003). Per le problematiche inerenti gli elementi naturalistici (ad esempio, corsi d’acqua) che<br />

hanno la loro tutela di diritto mediante i Piani Territoriali Paesistici e i Piani Territoriali Urbanistici, cfr. il<br />

sito web: www.vasonline.it/galasso/paesaggio; R. Bosi, in verbis).

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