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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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58 <strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong><br />

parole, alcune popolazioni presenti con un ridotto numero di individui e come tali<br />

non vitali possono comunque sopravvivere a lungo nei frammenti a causa della particolare<br />

longevità degli stessi, mostrando una risposta al processo alcune generazioni<br />

dopo il suo avvio (lag effect; Tilman et al., 1994).<br />

Per quel che riguarda questo specifico argomento, esistono alcuni interessanti<br />

studi. In alcune aree forestali delle regioni temperate e tropicali è stato, per<br />

esempio, stimato un ritardo da 50 a 400 anni tra la distruzione (e frammentazione)<br />

di habitat e l’estinzione di alcune specie (Tilman et al., 1994). Tale ritardo è<br />

stato anche osservato in frammenti forestali del Kenya su alcune specie di uccelli<br />

(Brooks et al., 1999). Anche per gli invertebrati esistono alcuni dati in proposito:<br />

tra gli Odonati Corduliidae, una piccola popolazione di Oxygastra curtisi<br />

nella Gran Bretagna meridionale è scomparsa definitivamente dopo 140 anni<br />

trascorsi dall’isolamento del proprio habitat (cfr. Mason et al., 2002). Altri<br />

esempi sono noti per alcuni paesaggi urbanizzati, anche italiani (si vedano, ad<br />

esempio, Zapparoli, 1997; Zilli, 1997; Zapparoli, 2002a sulla scomparsa progressiva<br />

e dilazionata nel tempo di alcune specie di insetti in isole di habitat inserite<br />

nella matrice urbana di Roma; si veda anche il concetto di relaxation faunas<br />

a livello di comunità in par. 1.6).<br />

Scoccianti (2001), riportando alcuni studi sugli effetti delle infrastrutture viarie<br />

su alcune specie di anfibi nordamericani, sottolinea come le conseguenze a livello<br />

di popolazione potevano manifestarsi anche decenni dopo la loro realizzazione. Ciò<br />

può essere imputato alle dimensioni delle popolazioni, ancora relativamente grandi<br />

al momento della realizzazione delle opere artificiali, ed alla vita media individuale<br />

delle specie studiate, relativamente lunga.<br />

Riguardo ai grandi mammiferi, Posillico et al. (2002) sottolineano come nell’<br />

Orso bruno (Ursus arctos) eventuali variazioni demografiche negative possono restare<br />

mascherate per anni a causa della durata della vita media, stimata in oltre 20<br />

anni, e dell’ampio home-range di cui necessitano gli individui di questa specie.<br />

L’effetto “ritardo” mostra come la semplice presenza di determinate specie in<br />

paesaggi frammentati può non significare uno stato di conservazione favorevole ed<br />

una loro persistenza in tempi lunghi. Come affermato da Mace et al. (2001) e da<br />

Tilman et al. (1994), le popolazioni di queste specie rappresentano un “debito di<br />

estinzione” (extinction debt), ovvero un futuro costo ecologico che dovrà essere<br />

considerato e la cui intensità sarà proporzionale al grado di distruzione (e frammentazione)<br />

degli ambienti naturali. La distanza temporale che intercorre tra i due<br />

eventi di frammentazione-estinzione (causa-effetto) può, quindi, rivelarsi insidiosa<br />

per chi studia gli effetti del processo di frammentazione. La sola analisi della distribuzione<br />

spaziale per determinate specie sensibili può infatti portare ad una sottova-

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