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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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3.5 Il livello di pianificazione<br />

Reti <strong>ecologiche</strong> 197<br />

Le aree naturali protette sono il risultato di un processo di individuazione e perimetrazione<br />

che segue criteri di carattere politico-amministrativo, oltre che ecologico e di conservazione.<br />

Esse possono quindi non coincidere spazialmente con gli habitat e le aree connettive<br />

di interesse, individuate attraverso un approccio ecologico-funzionale 1 (Fig. 43).<br />

Figura 43. Pattern distributivo delle<br />

aree protette (parchi, riserve,<br />

monumenti naturali) istituite in<br />

Provincia di Roma (a) confrontato<br />

con il pattern distributivo dei SIC<br />

(Siti di Importanza Comunitaria;<br />

Dir. 92/43/CE) e delle ZPS (Zone<br />

di Protezione Speciale; Dir.<br />

79/409/CE) (b). E’ evidente l’incongruenza<br />

dei due sistemi alla<br />

scala provinciale con una prevalente<br />

collocazione delle aree protette<br />

nell’area urbana e suburbana<br />

di Roma. Ciò può essere fatto risalire<br />

a fattori di tipo sociale e culturale<br />

(maggiore domanda di naturalità<br />

e grado di accettazione delle<br />

aree protette in aree urbane; necessità<br />

di impedire l’urbanizzazione<br />

di aree residue dell’hinterland<br />

romano) che hanno indirizzato la<br />

scelta delle aree ove istituire parchi<br />

e riserve. In presenza di soglie<br />

normative (v. il tetto non superabile<br />

del 30% di superficie agro-silvopastorale<br />

preclusa all’uso della<br />

caccia) dovrebbero essere stabiliti<br />

criteri di priorità oggettivi per la<br />

selezione delle aree da conservare<br />

(ad esempio attraverso la individuazione<br />

di hot-spot di ricchezza,<br />

rarità, minaccia; v. anche Battisti e<br />

Gippoliti, 2004; elaborazione grafica:<br />

Ufficio SITA – Provincia di<br />

Roma: M. Vinci; A. Aquilino.<br />

1 In un recente dibattito, è emersa la necessità di non confondere la “rete di aree protette” con una “rete di<br />

ambienti naturali” (Boitani, 2000; Moschini, 2000). Benché talvolta coincidenti, i due approcci sono concettualmente<br />

indipendenti e andrebbero tenuti distinti. Secondo una lettura strutturale, funzionale e gestionale,<br />

i “nodi” di una rete possono essere, rispettivamente, le unità ecosistemiche naturali e seminaturali, le popolazioni<br />

di specie sensibili, le aree protette e vincolate.

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