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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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Reti <strong>ecologiche</strong> 169<br />

territoriali (Alpi, Ape, Itaca, ecc.), è stata inserita tra le Politiche di sistema a livello<br />

nazionale (Perilli, 1999) 3 .<br />

Obiettivi<br />

Gli obiettivi di una pianificazione di rete ecologica, intesa nel suo più stretto significato<br />

conservazionistico, sono quelli di mitigare gli effetti della frammentazione<br />

su popolazioni, comunità, processi ecologici mediante:<br />

- la conservazione delle aree naturali esistenti, incrementando il numero e la superficie<br />

di quelle sottoposte a tutela nonché di esempi rappresentativi di tutte<br />

3 Nel 1999 il Servizio Conservazione Natura del Ministero dell’Ambiente, nell’ambito delle azioni programmatiche<br />

per la preparazione del “Piano di Sviluppo del Mezzogiorno” (PSM) ha presentato al Ministero<br />

del Tesoro il rapporto relativo alla Rete Ecologica Nazionale, configurandola come un programma guida<br />

per l’assegnazione dei fondi del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006.<br />

Secondo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente (Cosentino, 2001) la rete ecologica può essere definita<br />

“una infrastruttura naturale ed <strong>ambientale</strong> che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti territoriali<br />

dotati di una maggiore presenza di naturalità ove migliore è stato ed è il grado di integrazione delle<br />

comunità locali con i processi naturali, recuperando e ricucendo tutti quegli ambiti relitti e dispersi nel territorio<br />

che hanno mantenuto viva una seppur residua struttura originaria, ambiti la cui permanenza è condizione<br />

necessaria per il sostegno complessivo di una diffusa e diversificata qualità naturale nel nostro paese”.<br />

Secondo questo documento una rete ecologica dovrebbe essere costituita dalle seguenti unità:<br />

- core areas (aree centrali): coincidenti con aree già sottoposte e da sottoporre a tutela, ove sono presenti<br />

biotopi, habitat naturali e seminaturali, ecosistemi terrestri e marini caratterizzati da un alto contenuto di naturalità;<br />

- buffer zones (zone cuscinetto), che rappresentano le aree contigue e le fasce di rispetto adiacenti alle aree<br />

core con funzionalità multipla (ad esempio, mitigazione dell’effetto margine e dei disturbi provenienti dalla<br />

matrice; si vedano Farina, 2001; MacMahon e Holl, 2001).<br />

- green ways (corridoi di connessione): strutture di paesaggio preposte al mantenimento e al recupero delle<br />

connessioni tra ecosistemi e biotopi, finalizzati a supportare lo stato ottimale della conservazione delle specie<br />

e degli habitat presenti nelle aree ad alto valore naturalistico, favorendone la dispersione e garantendo lo<br />

svolgersi delle relazioni dinamiche. In particolare i corridoi assolvono il ruolo di connettere le aree di alto<br />

valore naturale localizzate in ambiti terrestri o marini fortemente antropizzati;<br />

- key areas (nodi): luoghi complessi di interrelazione al cui interno si confrontano le zone centrali e di filtro<br />

con i corridoi e i sistemi di servizi territoriali con essi connessi. I parchi, per le loro caratteristiche territoriali<br />

e funzionali, si propongono come nodi potenziali del sistema.<br />

E’ stato fatto notare come, alla identificazione del Ministero, tuttavia, si fanno corrispondere categorie territoriali<br />

determinate a priori il che non corrisponde a quanto accennato in merito alla specie-specificità delle<br />

<strong>reti</strong> e può essere, quindi, criticabile sotto uno stretto profilo ecologico (Margiocco, 2001). Il ruolo di specifici<br />

ambiti territoriali in un’ottica dinamica non può, infatti, essere definito in anticipo senza dapprima conoscerne<br />

la funzionalità per specifici obiettivi (specie, popolazioni, comunità, ecosistemi, ecc.; Boitani, 2000).<br />

In realtà, l’individuazione di priorità in una pianificazione di rete ecologica, che segua criteri strettamente<br />

conservazionistici, dovrebbe poter prevedere studi accurati su determinate popolazioni di specie sensibili,<br />

sui loro pattern di movimento specifici, nonché su fattori e processi (MacMahon e Holl, 2001).

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