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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 129<br />

Un discorso a parte meritano i grandi carnivori. Questi, infatti, risultano, in linea<br />

generale, particolarmente vulnerabili alle trasformazioni ambientali, inclusa la<br />

frammentazione, a causa della loro specializzazione ecologica e della posizione relativa<br />

lungo la catena trofica, nonché delle loro basse densità di popolazione e degli<br />

ampi home range di cui necessitano. Proprio quest’ultimo fattore spinge gli individui<br />

di queste specie a compiere ampi spostamenti con la possibilità, quindi, di intercettare<br />

aree non idonee o infrastrutture lineari (si vedano ad esempio Ceballos e<br />

Brown, 1995; Boitani e Ciucci, 1997). Inoltre, il ciclo vitale relativamente lungo<br />

provoca, in molti casi, un mascheramento degli effetti della frammentazione (cfr.<br />

effetto lag in par. 1.5).<br />

La Lince (Lynx lynx) è un altro carnivoro che necessita di aree idonee di rilevante<br />

estensione (Genovesi, 1999b). Le dimensioni di tali aree possono variare molto<br />

in funzione della disponibilità di cibo e delle dimensioni della popolazione: i maschi,<br />

infatti, necessitano di circa 90-760 kmq e le femmine di circa 60-480.<br />

In Europa esistono, attualmente, molte piccole popolazioni isolate di Lince e la<br />

sua distribuzione costituisce uno dei tanti esempi di frammentazione di areale a<br />

scala continentale. Per questa specie, la persecuzione diretta, la trasformazione, la<br />

frammentazione di habitat e il cambiamento dei pattern distributivi delle speciepreda<br />

costituiscono i principali fattori responsabili del suo declino numerico.<br />

Per fare un esempio, la popolazione di Lince delle foreste boeme comprende<br />

circa 70 individui e, a causa di barriere naturali (Danubio) e artificiali (infrastrutture),<br />

appare improbabile che essa possa ristabilire una <strong>connettività</strong> con le popolazioni<br />

alpine (Wölfl e Kaczensky, 2001). Proprio la presenza di barriere complesse e<br />

diffuse nei sistemi vallivi antropizzati risulta essere la causa principale che rende<br />

difficoltosa se non impossibile la colonizzazione di altre aree che mostrano un certo<br />

grado di idoneità per la specie (in generale corrispondenti a gruppi montuosi).<br />

Sulle Alpi la Lince è presente in modo fortemente discontinuo (Alpi occidentali e<br />

orientali) e le popolazioni sono probabilmente non vitali (circa 10-15 ind.; Genovesi,<br />

1999b). La recente reintroduzione di linci sull’arco alpino non sembra aver avuto<br />

un esito favorevole, anche a causa della persecuzione diretta che ha provocato<br />

3 Per traslocazione si intende il trasferimento di una entità faunistica da una determinata area per il successivo<br />

rilascio in libertà in un’altra. Attraverso il Progetto SCALP (Status and Conservation of the Lynx Population<br />

in the Alps) sono state individuate, nel territorio alpino, le aree idonee alle specie, i potenziali corridoi<br />

tra sottopopolazioni e le barriere, prevedendo un controllo genetico delle subpopolazioni ed un loro monitoraggio.<br />

Un altro progetto di ricerca è il KORA finalizzato alla conservazione e gestione dei carnivori in<br />

Svizzera, promosso dall’Ufficio Federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP:<br />

www.Kora.unibe.ch).

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