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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 105<br />

Figura 22. “Piscina” a Castelporziano. Questi ambienti sono estremamente localizzati nelle aree di pianura<br />

e, in taluni casi, inseriti in una matrice paesistica trasformata che non consente le dinamiche dispersive<br />

tra siti riproduttivi (ad esempio negli anfibi). In queste condizioni eventi stocastici, non prevedibili possono<br />

portare ad effetti catastrofici sulle singole sottopopolazioni. Foto dell’autore.<br />

guardanti gli effetti sull’entomofauna sono riportati in altre parti del volume (si vedano<br />

anche Carpaneto e Fattorini, 1999; Zapparoli, 1997; Zapparoli, 2002a). Bologna<br />

(2002), a tal proposito, sottolinea quanto siano marcati gli effetti del processo di<br />

frammentazione in quelle comunità di invertebrati tipiche di ecosistemi altamente<br />

frammentati come nei crostacei d’acqua dolce, negli insetti acquatici, di ripa e di formazioni<br />

palustri e degli ambienti dunali e retrodunali. Questo Autore riporta inoltre, a<br />

titolo esemplificativo, numerosi casi di rarefazioni e estinzioni locali tra i coleotteri<br />

carabidi più specializzati. Un esempio di rarefazione a scala nazionale è quello relativo<br />

al coleottero cetoniide Osmoderma eremita legato ad alberi vetusti e, conseguentemente,<br />

distribuito con un areale estremamente ridotto e puntiforme (ad esempio nel<br />

Lazio tale specie risulta presente solo nelle ville storiche romane e a Castelporziano;<br />

Bologna, 2002; Zapparoli, 2002a; Zapparoli, 2002b). Ranius (2000), studiando una<br />

metapopolazione di questa specie in Svezia, ha osservato come questa mostri una limitata<br />

capacità dispersiva rivelandosi quindi molto sensibile alla frammentazione del<br />

proprio habitat.<br />

Infine, tra i crostacei d’acqua dolce e a puro titolo di esempio, Iaconelli (1999)

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