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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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Reti <strong>ecologiche</strong> 179<br />

sviluppare strategie su un certo numero di scale spaziali differenti, così da coprire<br />

un ampio spettro di variazione interspecifica e rendere tale strumento di pianificazione<br />

più efficace (Wilcove et al., 1986; Harris e Silva-Lopez, 1992; Noss, 1992;<br />

Bennett, 1997; vedi i concetti, già accennati, di rete “multispecie” e “multiscala” in<br />

Reggiani et al., 2001).<br />

Secondo Massa (2000), è possibile individuare corridoi (e <strong>reti</strong> <strong>ecologiche</strong>)<br />

su scale a diverso ordine di grandezza per specie differenti (da continentale,<br />

10 3 kmq e oltre; a regionale, 10 2 kmq; a subregionale, 10 0 - 10 1 Kmq; a locale,<br />

0,1-10 ha). 2<br />

Dobson et al. (1999) riportano come la scala locale di individuazione delle<br />

aree connettive (definita anche la hedgerow scale, o scala delle siepi e dei filari),<br />

può facilitare i movimenti dei semi di specie vegetali, di invertebrati e<br />

di piccoli vertebrati (ad esempio, micromammiferi, rettili, anfibi). A questa<br />

scala, tali aree sono, in realtà, habitat marginali per gran parte delle specie e<br />

possono incrementare la diversità a livello locale. Tuttavia è anche vero che,<br />

a questa scala, le specie che beneficiano di questa rete sono, il più delle volte,<br />

generaliste e caratteristiche dei primi stadi successionali che non richiedono<br />

strategie di conservazione attuate attraverso un aumento/mantenimento della<br />

<strong>connettività</strong>. Il livello successivo, corrispondente alla scala di paesaggio, permette<br />

l’individuazione di aree connettive di maggiori dimensioni (ampiezza,<br />

lunghezza, superficie) tra unità ecosistemiche (forestali, umide, ecc.). In tal<br />

caso, è possibile che esse possano svolgere la funzione di consentire i movimenti<br />

di dispersione giornalieri/stagionali di specie maggiormente specializzate<br />

e legate a determinati tipi di habitat (ad esempio, specie interior legate a<br />

tipologie forestali mature). Infine, sempre secondo Dobson et al. (1999), l’individuazione<br />

di aree connettive a scala regionale/continentale può consentire<br />

la dispersione delle specie di maggiori dimensioni (ad esempio, grandi carnivori),<br />

nonché le dinamiche di areale su grandi scale temporali (ivi comprese<br />

quelle conseguenti ai cambiamenti climatici) e lo svolgimento dei principali<br />

processi ecosistemici (cfr. anche par. 2.2).<br />

Per l’Italia, Reggiani et al. (2000) hanno sottolineato come la scala operativa<br />

per l’elaborazione di strategie di rete ecologica che meglio si adatta ai processi di<br />

dispersione di molte specie di vertebrati debba essere quella di paesaggio che rien-<br />

2 Riguardo alle ipotesi di connessione a scala continentale si vedano il Meso-American Biological Corridor<br />

ed il Paseo-Pantera, il Choco-Andean Corridor, la Yellowstone to Yukon Conservation Iniziative (Y2Y) (Hamilton,<br />

2000; Kaiser, 2001). Sul Wildland Project, si veda Soulé e Terborgh (1999). Di un certo interesse<br />

appare anche il Progetto internazionale Global 200 Ecoregions (WWF, 2000) che sviluppa una metodologia<br />

fortemente improntata all’uso di tecniche recenti (es. analisi Gap; cfr. par. 3.5).

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