Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche
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Reti <strong>ecologiche</strong> 175<br />
assicurare che le popolazioni possano rispondere ad essi in modo adattativo (cfr.<br />
anche parte II).<br />
Una rete dovrebbe, infine, essere “qualificata”, ovvero definita con priorità oggettive<br />
e con una qualificazione degli ambiti in funzione degli obiettivi scelti. Tale<br />
qualificazione prevede, quindi, che in ogni ambito territoriale debbano essere individuate<br />
delle aree che presentino funzionalità differenti per la stessa specie target.<br />
La definizione delle aree di rete ecologica (core areas, buffer zones, corridors,<br />
stepping stones, restoration areas), funzionali in modo differente a determinati<br />
obiettivi (target) sono state definite in modo approfondito già in numerosi sedi, alle<br />
quali si rimanda (es., ANPA-INU, 2001; APAT, 2003; Reggiani et al., 2001; si veda<br />
anche la sintesi dei contenuti della ricerca interuniversitaria del gruppo di R. Gambino<br />
in Ministero dell’Ambiente, 2001-2002).<br />
Infine, recentemente, sono stati evidenziati alcuni punti di debolezza legati al<br />
concetto di rete ecologica, in particolare riguardo ad una sua semplicistica applicazione<br />
che non tenga conto della complessità dei fattori e dei processi ecologici oltre<br />
che di quelli legati alla sfera umana. Alcuni ecologi sottolineano, infatti, la difficoltà<br />
di individuare singole configurazioni paesistiche che possano essere in grado di<br />
risolvere o mitigare i differenti e complessi problemi ecologici, alcuni dei quali irreversibili,<br />
derivanti dalla frammentazione, su più specie, intere comunità ed ecosistemi<br />
(si veda, ad esempio, Farina, 2001).