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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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108 <strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong><br />

duzione della qualità delle acque (Bologna e Bombi, ined.) (Fig. 23). A Palermo<br />

l’espansione edilizia degli ultimi decenni ha, di fatto, isolato in modo estremo i<br />

siti di Discoglosso dipinto (Discoglossus pictus) e di Raganella italiana (Hyla<br />

intermedia) tanto che quest’ultima specie non è stata più rinvenuta in gran parte<br />

dei frammenti residui potenzialmente idonei inseriti nella matrice urbanizzata<br />

della città (Di Palma et al., 1997). A Milano, uno studio condotto su 84 zone<br />

umide dell’hinterland e su 7 specie di anfibi ha mostrato che le più diffuse sono<br />

risultate la Rana verde (Rana lessonae) e la Raganella italiana (Hyla intermedia;<br />

Ficetola, 2003). Entrambe queste specie mostrano buone capacità dispersive e<br />

sono in grado di superare barriere antropiche di modeste dimensioni rispetto ad<br />

altre specie; il Rospo comune (Bufo bufo), la Rana di Lataste (Rana latastei), il<br />

Tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e il Tritone punteggiato (Triturus<br />

vulgaris) figurano, al contrario, fra le specie più vulnerabili (si veda anche<br />

quanto riportato da Zapparoli, 2002b, sulla Rana agile, Rana dalmatina). Secondo<br />

Biondi et al. (2003), che hanno studiato gli effetti potenziali delle infrastrutture<br />

su un campione di specie, il Rospo comune (Bufo bufo) mostra una media<br />

incompatibilità alle aree frammentate, il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex)<br />

presenta un’alta incompatibilità ed infine la Salamandra pezzata (Salamandra<br />

salamandra) mostra una incompatibilità altissima (cfr. anche par. 1.9).<br />

In ogni caso altri fattori locali, oltre all’effetto barriera indotto dalle infrastrutture<br />

e il conseguente isolamento dei relativi habitat, possono aggiungersi nel determinare<br />

i pattern di distribuzione osservati alla scala urbana (come la presenza<br />

di specie ittiche o le alterazioni delle condizioni fisico-chimiche delle acque; Ficetola,<br />

2003).<br />

Il destino di queste popolazioni urbane e dei loro dinamismi a scala più ampia<br />

appare quindi seriamente compromesso a causa della alterazione, in alcuni casi irreversibile,<br />

delle condizioni <strong>ecologiche</strong> necessarie per il mantenimento della loro<br />

vitalità. A tal proposito, è stato suggerito recentemente come sarebbe più opportuno<br />

concentrare gli sforzi di ricerca sullo studio di alcuni processi in atto (es., estinzioni<br />

locali) piuttosto che ipotizzare interventi mirati al ripristino della <strong>connettività</strong> per<br />

queste specie, il più delle volte di difficile attuazione, almeno in contesti altamente<br />

urbanizzati (Battisti et al., 2002). Ciò è valido per l’erpetofauna come per tutti gli<br />

altri gruppi a scarsa vagilità (micromammiferi, alcuni insetti, ecc.).<br />

Anche fra i rettili la frammentazione interviene su determinate specie sensibili.<br />

Fra i tanti, si possono citare i lavori condotti nella Francia meridionale (Longepierre<br />

et al., 2001) e in Italia centrale (Luiselli e Capizzi, 1997) sulla sensibilità al processo,<br />

rispettivamente, della Testuggine terrestre (Testudo hermanni) (Fig. 24) e di<br />

alcune specie di serpenti. Bon e Mezzavilla (1998) hanno riportato le problemati-

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