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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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170 Reti <strong>ecologiche</strong><br />

le tipologie di ecosistemi autoctoni (cfr. quanto riportato da Terzi, 2000);<br />

- l’incremento della <strong>connettività</strong> fra gli habitat, riducendone l’isolamento e favorendo<br />

il flusso genico tra popolazioni di specie sensibili alla frammentazione, al<br />

fine di garantirne la vitalità, tenendo conto delle differenze specie-specifiche nella<br />

capacità di dispersione e mantenendo, inoltre, i processi ecologici ed evolutivi;<br />

- l’elaborazione di azioni atte a mitigare la resistenza della matrice antropizzata<br />

alla dispersione delle specie sensibili; ciò è valido soprattutto per quelle specie<br />

che mostrano difficoltà di dispersione attraverso matrici ambientali non<br />

idonee e che sono strutturate in metapopolazioni 4 (Dunning et al., 1995). Come<br />

sottolineato da Pungetti (1998), la rete ecologica ha anche una funzione di<br />

“politica cuscinetto”, finalizzata a minimizzare gli impatti provenienti dalla<br />

matrice trasformata dall’uomo;<br />

- in senso più generale, l’inserimento delle problematiche di conservazione della<br />

diversità biologica nei processi di pianificazione territoriale.<br />

La pianificazione di rete ecologica, in quanto branca della Biologia della Conservazione,<br />

può essere considerata anch’essa una “disciplina di crisi” che deve relazionarsi<br />

con le variabili complesse di tipo ecologico ed antropico presenti a livello<br />

territoriale (Soulé, 1986). A tale proposito l’IUCN (vedi sito web: http://iucn.org)<br />

indica fra gli strumenti disponibili “nell’arsenale della conservazione”, al primo<br />

posto, proprio la gestione ed il ripristino di habitat ed ecosistemi, includendo l’istituzione<br />

di aree protette e di <strong>reti</strong> <strong>ecologiche</strong> (oltre che una serie di altri strumenti<br />

quali la definizione di norme, Convenzioni e accordi fra Paesi; la creazione di incentivi<br />

finanziari, la definizione di Action Plans specifici, ecc.).<br />

Letture differenti del concetto di rete ecologica<br />

Malcevschi (2001) e Reggiani et al. (2001) hanno recentemente sottolineato<br />

come il termine “rete ecologica” abbia assunto un diverso significato in ambiti<br />

differenti. Di seguito si passano in rassegna alcune letture del concetto.<br />

4 Secondo Kareiva e Wennergren (1995), le strategie di conservazione a livello di metapopolazione possono<br />

prevedere interventi mirati all’incremento della superficie di habitat naturale in grado di mantenere popolazioni<br />

vitali così da aumentarne la consistenza numerica e ridurre i rischi di estinzione. Tali strategie dovrebbero,<br />

inoltre, prevedere interventi atti a favorire la ricolonizzazione e lo scambio genico tra sottopopolazioni; a ridurre<br />

la resistenza della matrice trasformata alla dispersione delle specie; ad aumentare la <strong>connettività</strong> speciespecifica.<br />

Questi stessi Autori hanno fatto notare come le strategie che si pongono come obiettivo prioritario la<br />

tutela dei meccanismi di dispersione possono aiutare a massimizzare i benefici delle azioni di conservazione.

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