Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche
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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 125<br />
1000 ettari). Lo studio ha inoltre confermato come i giovani evitino di attraversare<br />
aree aperte con effetti a livello demografico e genetico nelle popolazioni isolate.<br />
In Italia la frammentazione delle aree forestali ha alterato la distribuzione, la demografia<br />
e la variabilità genetica delle popolazioni di Scoiattolo a scala nazionale<br />
(Amori, 1999). Questa specie risulta, ad esempio, assente dalle aree forestali planiziarie<br />
isolate della pianura padana orientale (Celada et al., 1994). Con la riduzione<br />
e frammentazione delle aree forestali di pianura, lo Scoiattolo ha subìto estinzioni<br />
locali anche in Italia centrale. Nel Lazio, ad esempio, questo sciuride era presente<br />
nelle foreste delle paludi pontine fino al 1910-1930 e sui Monti Lepini, massiccio<br />
montuoso isolato dal resto dell’Appennino centrale, fino all’immediato dopoguerra<br />
(Amori et al., 2002). Nell’area romana, ad esempio per la Tenuta Presidenziale di<br />
Castelporziano, si hanno dati recenti relativi allo Scoiattolo comune fino agli ’70<br />
(M. Bologna e E. Calvario, in verbis).<br />
Fra i carnivori di media taglia, anche i mustelidi mostrano una sensibilità al processo<br />
di frammentazione. Ovviamente anche all’interno di questo gruppo esistono<br />
differenze sostanziali fra le specie.<br />
La Martora (Martes martes), specialista legata ad habitat forestali, evita, di norma,<br />
le aree aperte che gli individui di questa specie tendono ad attraversare solo in<br />
prossimità di siepi e fasce ripariali: queste ultime possono rappresentare, quindi, gli<br />
elementi di paesaggio più funzionali in termini di <strong>connettività</strong> (Marchesi, 1989). Il<br />
territorio di un maschio di Martora è relativamente esteso e si aggira intorno a 10-<br />
20 ettari (nella femmina: 5-15 ha) e ciò può influenzare la sua sensibilità alla frammentazione<br />
(Amori et al., 2002). Dal confronto con i dati storici sembra che la specie<br />
abbia subìto a scala nazionale un calo conseguente alla frammentazione del suo<br />
habitat forestale (De Marinis et al., 1999). In alcune aree montuose dell’Italia centrale<br />
la Martora mostra di avere subìto estinzioni locali (fra queste, i monti Lepini;<br />
Amori et al., 2002).<br />
Analogo discorso può essere fatto per la Donnola (Mustela nivalis), i cui individui<br />
necessitano di territori di estensione variabile fra 1 e 25 ettari, in funzione della<br />
disponibilità di risorse (MacDonald e Barret, 1993; 7-15 ha nei maschi; 1-5 ha nelle<br />
femmine, come riportato in una revisione da Sarà, 1998) e che, quindi, possono<br />
risentire della riduzione in superficie delle tipologie ambientali più idonee in seguito<br />
a frammentazione.<br />
La Faina (Martes foina) frequenta, in prevalenza, ambienti a mosaico (agroecosistemi<br />
con piccoli boschi), evitando foreste e ambienti aperti di una certa estensione<br />
(riguardo all’Appennino settentrionale, si veda Sacchi e Meriggi, 1995). Questa<br />
specie sembra adattarsi a paesaggi che presentano un certo grado di frammentazione<br />
mostrandosi meno esigente in fatto di dispersione rispetto alla Martora. La Faina