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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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<strong>Frammentazione</strong> <strong>ambientale</strong> 131<br />

gruppi: svantaggiate dal processo (estinzioni locali appena i frammenti di habitat<br />

idonei divenivano più piccoli ed isolati; Patterson, 1989), avvantaggiate (aumento<br />

di abbondanza in siti altamente frammentati), tolleranti (risposta neutra). Tali differenze<br />

fra le specie possono, tra l’altro, rivelarsi di una certa utilità per l’individuazione<br />

di specie focali per la pianificazione (cfr. par. 3.4).<br />

Specie che necessitano di grandi aree per lo svolgimento delle loro funzioni vitali<br />

possono rispondere in modo negativo alla frammentazione anche perché questo<br />

processo porta alla formazione di un mosaico di tipologie ambientali differenti in<br />

cui nessun frammento idoneo può sostenere da solo una popolazione vitale. La dimensione<br />

dell’home range può, quindi, fornire indicazioni riguardo alla sensibilità<br />

di una determinata specie. E’ noto come per i grandi predatori siano necessarie aree<br />

idonee di ampia estensione: nel Nord America il Grizzly (Ursus arctos) può mantenere<br />

popolazioni vitali in riserve di dimensioni pari ad almeno 3.500 kmq, il Licaone<br />

(Lycaon pictus) in Africa addirittura di 10.000 kmq (Woodroffe e Ginsberg,<br />

2000).<br />

Tra i canidi, il Lupo (Canis lupus), come molti altri carnivori di grossa dimensione,<br />

si mostra sensibile ad alcune componenti del processo di frammentazione.<br />

La bassa densità intrinseca che si rinviene nei siti idonei (1 ind./80 kmq; MacDonald<br />

e Barret, 1993) è un elemento che la rende specie area-sensitive. Inoltre, benché<br />

questa specie mostri buone capacità di ricolonizzare le aree precedentemente<br />

occupate (si veda Boitani, 1986, per alcuni esempi), gli individui, percorrendo distanze<br />

relativamente grandi, possono facilmente incontrare infrastrutture stradali e<br />

aree a diverso grado di antropizzazione con il rischio di essere, in un caso investiti,<br />

nell’altro soggetti a persecuzione. Proprio i sistemi infrastrutturali complessi (ad<br />

esempio, autostrade, strade, ferrovie e insediamenti annessi) possono, poi, isolare<br />

quasi del tutto eventuali nuclei di questa specie. Questo può essere il caso del Lupo<br />

sui monti Lepini ove sono presumibilmente presenti 4-5 individui con estreme difficoltà<br />

di interscambiare individui e flusso genico con la limitrofa popolazione dell’Appennino<br />

centrale (Esposito, 1994).<br />

L’alta mortalità causata dall’uomo, oltre alla frammentazione del proprio habitat,<br />

figura tra le cause principali che hanno portato all’estinzione locale alcune po-<br />

4 Le specie focali (focal species) costituiscono un gruppo adeguato di specie differenti che identificano un<br />

ambito di esigenze spaziali e funzionali in grado di comprendere effettivamente quelle di tutte le altre specie<br />

presenti nell’area da porre sotto protezione (Lambeck, 1997; si veda anche Massa e Ingegnoli, 1999). Tali<br />

specie vengono selezionate in base alla loro sensibilità ai seguenti parametri: spazio (es., specie area-sensitive),<br />

dispersione (es., specie dispersal-sensitive), risorse (qualità dell’habitat; es., interior species, ecc.),<br />

processi (es., frammentazione, ceduazione, incendi ecc.).

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