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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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Reti <strong>ecologiche</strong> 191<br />

suddetti, sono generalmente poco abbondanti in ambienti antropizzati e nei frammenti<br />

residui di habitat ove esse possono essere scomparse localmente (Soulé, 1991; per<br />

gli uccelli si veda Bolger et al., 2001). In tal senso le specie target, così selezionate,<br />

possono essere assimilate a specie focali che mostrano una sensibilità a quei fattori<br />

(area, isolamento, qualità <strong>ambientale</strong>) individuati come le componenti del processo di<br />

frammentazione (Lambeck, 1997; si veda Massa e Ingegnoli, 1999). 2<br />

La selezione di queste specie con i criteri sopra indicati andrebbe attuata sulla<br />

base della letteratura scientifica e dalla check-list locale prevedendo, in assenza di<br />

dati bibliografici, studi di campo specifici (si veda Massa, 2000).<br />

I dati contenuti negli Atlanti faunistici e floristici (nonché, qualora disponibili,<br />

lavori biogeografici e di auto- e sinecologia), possono fornire utili informazioni riguardanti,<br />

ad esempio, la presenza e la localizzazione di popolazioni isolate di specie<br />

sensibili o il grado di frammentazione degli areali 3 (Fig. 40, 41).<br />

La selezione di specie target suddivise per determinate tipologie ecosistemiche,<br />

oltre che l’individuazione dei relativi pattern di distribuzione, abbondanza e disper-<br />

2 Se la presenza e la disposizione delle barriere alla dispersione (infrastrutture, uso/copertura del suolo non<br />

idonei) e l’intero mosaico paesistico sono tali da permettere la vitalità di quelle popolazioni che mostrano la<br />

più bassa tolleranza a discontinuità di origine antropica (specie dispersal-limited), è molto probabile che saranno<br />

coperte le necessità di un largo seguito di specie che mostrano più alti livelli di tolleranza alle barriere:<br />

in tal caso le specie meno tolleranti potranno ricoprire un ruolo focale (Lambeck, 1997; Brooker et al., 1999).<br />

Massa (2000) ha tentato, per un contesto altamente antropizzato come la pianura lombarda, una selezione di<br />

specie sensibili in funzione della scala di riferimento scelta (da continentale a locale; cfr. “scale di analisi”<br />

in par. 3.2): i grandi carnivori possono essere scelti come specie target/focali a scala regionale; alcuni rapaci<br />

diurni (es., Poiana, Buteo buteo), piciformi (Picchio verde, Picus viridis e Picchio rosso maggiore, Picoides<br />

major), passeriformi (Ghiandaia, Garrulus glandarius, Cincia bigia, Parus palustris e Picchio muratore, Sitta<br />

europaea) e mustelidi (Tasso, Meles meles e Faina, Martes foina) a scala subregionale; infine, rettili (es.,<br />

Ramarro occidentale, Lacerta bilineata), piccoli passeriformi (Cinciarella, Parus caeruleus e Codibugnolo,<br />

Aegithalos caudatus), micromammiferi (Moscardino, Muscardinus avellanarius) a scala locale.<br />

Nell’ambito del Progetto PLANECO (Aa. Vv., 2003) sono state individuate alcune specie sulla base della loro<br />

distribuzione localizzata nell’area di studio (corrispondente con una parte dell’Appennino centrale). Escludendo<br />

le specie sinantropiche localizzate gli Autori hanno individuato una serie di specie (cfr. pag. 67 e segg.<br />

in Aa. Vv., 2003) fra cui, tra i mammiferi, lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), il Quercino (Eliomys quercinus), il<br />

Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), l’Arvicola delle nevi (Chionomys nivalis), la<br />

Lepre italica (Lepus corsicanus), l’Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), il Lupo (Canis lupus), il Gatto<br />

selvatico (Felis silvestris), la Lince (Lynx lynx), la Martora (Martes martes), la Lontra (Lutra lutra), il Camoscio<br />

appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata). Tra gli uccelli, le specie sono state suddivise in sfavorite o<br />

favorite dalla frammentazione (limitatamente agli ambienti forestali: pag. 77 e segg. in Aa. Vv., 2003). Tra<br />

quelle sfavorite risultano: l’Astore (Accipiter gentilis), lo Sparviere (A. nisus), quasi tutti i piciformi, il Colombaccio<br />

(Columba palumbus), la Tordela (Turdus viscivorus), il Luì verde (Phylloscopus trochilus), il Fiorrancino<br />

(Regulus ignicapillus), la Balia dal collare (Ficedula albicollis), la Cincia bigia (Parus palustris), la<br />

Cincia mora (Parus ater), il Picchio muratore (Sitta europaea), il Rampichino (Certhia brachydactyla), la<br />

Ghiandaia (Garrulus glandarius), il Fringuello (Fringilla coelebs), il Crociere (Loxia curvirostra). Analogo<br />

discorso viene fatto per l’erpetofauna (individuazione di specie rare e/o legate a particolari ambienti).

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