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Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche

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2.2 Corridoi, contiguità, <strong>connettività</strong><br />

Connettività 147<br />

Una corposa letteratura scientifica ha evidenziato, fin dagli anni ‘70-’80, come,<br />

nella gran parte dei casi, molte tipologie ecosistemiche naturali e seminaturali presenti<br />

in paesaggi frammentati fossero di dimensioni estremamente ridotte e troppo<br />

isolate. Al tempo stesso è stato sottolineato come tali tipologie dovessero, al contrario,<br />

essere relativamente ampie e connesse in modo tale da permettere quelle<br />

funzioni necessarie al mantenimento della vitalità di popolazioni di determinate<br />

specie sensibili, di comunità, ecosistemi e processi ecologici (Butowsky et al.,<br />

1998).<br />

Secondo queste basi teoriche, la conservazione di determinate popolazioni,<br />

comunità ed ecosistemi non può limitarsi all’istituzione di parchi e riserve,<br />

specialmente se isolate o di piccole dimensioni, ma dovrà tenere conto<br />

dei processi ecologici che interessano scale più ampie di quelle relative alle<br />

singole aree protette. A livello di popolazione e di specie ciò è valido, in modo<br />

particolare, per quelle che mostrano difficoltà a disperdersi attraverso<br />

aree non idonee ecologicamente, come ad esempio una matrice paesistica<br />

trasformata dall’uomo. La vitalità su scala regionale di queste popolazioni<br />

potrà essere mantenuta, perciò, solo attraverso una adeguata pianificazione<br />

estesa alla scala dell’intero paesaggio (Dunning et al., 1995). A tal proposito,<br />

è stato ribadito come molte specie possono mostrare, a questa scala, una<br />

soglia critica relativa alla superficie e al grado di <strong>connettività</strong> del proprio habitat<br />

sotto la quale i movimenti degli individui divengono improbabili e le<br />

popolazioni tendono al collasso (Andrén, 1994; van Langevelde, 2000; cfr.<br />

anche par. 1.5 e 1.6).<br />

L’applicazione della teoria della biogeografia insulare a contesti terrestri<br />

frammentati e alle aree protette (cfr. par. 1.2), e l’elaborazione di teorie<br />

specifiche (es. la teoria della metapopolazione; par. 1.5), affiancate dal consolidarsi<br />

di discipline di settore come la pianificazione <strong>ambientale</strong> e l’ecologia<br />

del paesaggio, hanno consentito l’avvio di un filone di ricerca che si è<br />

posto l’obiettivo di valutare il ruolo della <strong>connettività</strong> per specie e gruppi<br />

sensibili.<br />

Il mantenimento di una continuità fisico-territoriale ed ecologico-funzionale fra<br />

gli ambienti naturali è stata quindi indicata come una possibile strategia che si pone<br />

come obiettivo la mitigazione degli effetti della frammentazione su popolazioni e<br />

comunità (vedi, tra i tanti, Lindenmayer e Nix, 1993; Jongman, 1998; Bennett,<br />

1999; Haddad, 1999). Si è volutamente posto l’accento sulla differenza tra aspetti<br />

fisico-territoriali ed ecologico-funzionali legati al concetto di continuità. E’ oppor-

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