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3." Che esse vi giungono per la curva del raggio più corto, cioè per
la via più diretta: cosi le cadute sul vertice determinano una frattura
che si estende dalla volta alla fossa media della base del cranio: le cadute
sulla fronte una frattura che si prolunga sulla volta orbitaria: le cadute
sull'occipite una frattura che si dirige verso il forame occipitale.
Riguardo alle fratture per contraccolpo, benché l'autore abbia avuto
cura di variare il suo modo di sperimentare, non ha potuto mai produrne
una sola. Meravigliato di questo risultato negativo, egli volle sottoporre
ad una critica più severa i fatti menzionati dai diversi autori,
e nessuno gli parve rigorosamente concludente.
Eccone intanto uno che non lascia niente a desiderare al doppio punto
di vista dell'autenticità e della precisione delle particolarità. Esso appartiene
al professore Nélaton, che ha fatto conservare il pezzo anatomico
nel museo Dupuytren. Si tratta di una giovane di ventisei anni. Seduta
su di una vettura carica di molte botti di viri >, il cavallo cade, ed
essa è precipitata in avanti; una botte le passa sul corpo: perdita completa
di conoscenza, emorragia nasale prodotti da una lacerazione dell'arteria
carotide interna nel suo passaggio per il seno cavernoso; più tardi, aneurisma
artero-venoso in seguito di questa lacerazione , quindi esoftalmo
considerevole consecutivo a questo aneurisma. Otto mesi dopo l'accidente,
l'inferma muore, ed io sono incaricato di farne l'autopsia. Segato
il cranio orizzontalmente, e distaccata la dura-madre da tutti i punti
della sua superficie, non si trova alcuna traccia di frattura sulla volta,
né sulle pareti laterali, ne sulle fosse laterali della base : esisteva però
una frattura trasversale con allontanamento dei frammenti nel corpo
dello sfenoide.
Questa frattura, consolidata, stava immediatamente al di sopra dell'unione
del corpo dell' osso con 1' apofisi basilare. Sul pezzo si possono vedere
inoltre due piccole schegge, ciascuna sull' apice della rocca corrispondente.
La frattura aveva prodotto la lacerazione dell'arteria, che
comunicava, mediante un largo orifizio circolare, con la cavità del seno.
La vena of'almica, il cui sangue poteva difficilmente penetrare in questa
cavità, erasi notevolmente allungata, descriveva flessuosità molto
pronunziate ed aveva un enorme calibro. In presenta di questo fatto, al
quale si potrebbero aggiungerne altri, non è più permesso di mettere in
dubbio la realtà delle fratture per contraccolpo: ma la scienza ha conquistata
una nozione incont astabile, che cioè esse sono sommamente rare.