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napoli - USP

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- 693 -<br />

b. Estensione. — Si fa in due modi : ora è la gamba che si estende<br />

sulla coscia, ed ora la coscia che si estende sulla gamba. Nel primo<br />

caso, le tuberosità della tibia scorrono sui condili da dietro in avanti:<br />

nel secondo, i condili ruotano sulle tuberosità da dietro in avanti, e nel<br />

tempo stesso scorrono d'avanti in dietro.<br />

La rotula, che si era abbassata, risale sul femore, la sua base si<br />

eleva 2 centimetri sopra la puleggia, di guisa che il margine inferiore<br />

della sua superficie corrisponde allora al margine superiore di questa.<br />

Giunta a questa altezza, essa si applica con la sua parte posteriore alla<br />

doccia sopra-trocleare.<br />

Tutti i legamenti periferici si tendono, al pari del legamento crociato<br />

anteriore. Solo il legamento crociato posteriore non partecipa alla rigidità<br />

degli altri legami articolari; però, quando l'estensione è portata<br />

ai suoi ultimi limiti, esso si tende di nuovo.<br />

L'estensione estrema è d'ordinario il risultato della contrazione dei<br />

muscoli; può essere anche puramente fisica, come nella stazione verticale.<br />

L' asse del femore forma allora, con 1' asse della tibia, un angolo<br />

ottuso, la cui apertura guarda in avanti.<br />

La pressione delle parti superiori tende a chiudere o almeno a diminuire<br />

quest' angolo. Ma il legamento posteriore, e specialmente i legamenti<br />

laterali, vi si oppongono: essi trasformano queste due ossa in<br />

una base rigida , che sostiene tutto il peso del corpo, d'onde la possibilità<br />

di conservare a lungo senza pena una tale posizione. La natura<br />

ha fatto dunque per il ginocchio quello che ha fatto per l'anca e per<br />

tutte le vertebre. 11 peso del corpo, nell' estensione della colonna verbrale,<br />

è sostenuto dai legamenti di Bertin: in quella del ginocchio, dai<br />

legamenti laterali. In tutta la lunghezza dello scheletro la natura dunque<br />

ha distribuiti mezzi di resistenza semplicemente meccanici. Al lato<br />

della forza muscolare, che si esaurisce rapidamente, essa ha posto, per<br />

supplirla e coadiuvarla, una forza inesauribile.<br />

2.° Movimenti laterali.—Questi movimenti non sono stati descritti<br />

da alcuno. I fratelli Weber, che hanno fatto uno studio tanto profondo<br />

dei movimenti di flessione, di estensione e di rotazione, pare che non<br />

li abbiamo osservati. La loro esistenza però non è meno evidente di<br />

quella dei movimenti laterali del gomito. Si osservano facilmente e con<br />

lo stesso mezzo.Stando il femore fisso in una morsa, e la gamba semiflessa<br />

sulla coscia, è facile imprimere all' estremità inferiore della tibia dei<br />

movimenti oscillatori di 2 o 3 centimetri. Durante queste oscillazioni, i<br />

due legamenti laterali si sollevano alternativamente, l'esterno più dell'<br />

interno. 11 loro sollevamento e la loro tensione si possono egualmente<br />

bene apprezzare col tatto.<br />

Nella flessione estrema i movimenti laterali sono meno ampii. Durante<br />

il movimento di estensione, essi si indeboliscono sempre più, e<br />

spariscono quando l'estensione è completa.

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