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mento è tanto più pronunziato in ciascuna costa per quanto i suoi
due margini sono più inegualmente lontani dal piano mediano : esso e
molto evidente sulle prime, dove il margine inferiore, più eccentrico del
superiore, si sposta anche molto più di questo.
Delle tre parti dell'estremità posteriore, la tuberosità è quella che
tende maggiormente a spostarsi. Eppure non si sposta che pochissimo
essendo il suo movimento quasi immediatamente limitato dal legamento
trasverso-costale posteriore, e dal trasverso-costale interosseo.
L'estremità anteriore trascina nella sua rotazione la corrispondente
cartilagine,la quale, per associarsi a questo movimento, gira leggermente
ntorno al suo asse. La torsione si trasmette sino alle articolazioni
pbdro-sternali, ed è tanto maggiore per quanto queste *ono più mobili.
\ questo riguardo, del resto, esistono differenze piuttosto notevoli fra
e superiori e le inferiori. Per la seconda e la terza cartilagine, il movimento
avviene specialmente nelle articolazioni.
e. Movimento di proiezione in fuori. — Ogni costa che si solleva si
ipinge in fuori. Questa proiezione in fuori non è il risultato dell'azione
P&scolare, giacché il diaframma, che è il più potente elevatore, si attacca
alla faccia interna del torace , ma è principalmente dovuta al
modo di connessione delle coste con la colonna vertel rale. Quando
dopo aver isolata una costa, si cerca portarla direttamente in alto, si
vede che naturalmente, e senza sforzo essa si dirige in sopra ed in fuori.
In questo movimento, la costa prende il suo punto di appoggio sull'apice
delle apofisi trasverse. L'estremità anteriore lo comunica alla
c|fetilagine costale, e questa lo trasmette allo sterno.
Nel movimento di abbassamento, di rotazione discendente, e di proiezione
in dentro, avvengono fenomeni inversi; i tre movimenti si combinano
pure.
Le coste non hanno una eguale mobilità. L'undecima e la dodicesima,
isolate in certo modo e situate nella spessezza della parete posteriore
dell'addome, sono più mobili di tutte, e meritano il nome di coste fluttuanti
che hanno ricevuto per l'estensione e l'estrema faciltà dei
loro movimenti.
Vi è stata lunga discussione sul grado di mobilità della prima costa.
Secondo Haller, essa sarebbe quasi immobile e servirebbe come
punto d'appoggio a tutte le altre nella loro successiva elevazione; secondo
Magendie, sarebbe invece la più mobile fra tutte. P. Berard, pigliando
parte a questa discussione, ha fatto osservare, a ragione, che ognuna di
preste opinioni era fondata sotto un certo punto di vista. Quella di Haller
è vera, se si considera solo l'estremità anteriore della costa, che è condannata
di fatti ad una immobilità quasi completa. Quella di Magendie
**nche vera, se si considera l'estremità posteriore, la cui mobilità è
•olto considerevole. Ma non sono esatte, né l'una né l'altra, quando si
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