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napoli - USP

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- 691 -<br />

noviale presenta in fuori un largo orifizio, mediante il quale si continua<br />

col prolungamento che circonda il tendine del muscolo popliteo.<br />

Movimenti dell'articolazione del ginocchio.<br />

L'articolazione del ginocchio ha tre specie di movimenti; 1° di flessione<br />

e di estensione, o movimenti antero-posteriori; 2 ' d'inclinazione<br />

in dentro ed in fuori, o movimenti laterali; 3° movimenti o di rotazione.<br />

l.° Movimenti ani ero-posteriori. — Questi movimenti sono molto<br />

estesi. La gamba, passando dalla maggior flessione all' estrema estensione,<br />

percorre un arco di cerchio di 140 e 150 gradi. L'asse intorno<br />

al quale essi si compiono si estende trasversalmente dalla tuberosità<br />

del condilo interno a quella dello esterno. Abbiamo già visto che esso<br />

corrisponde, con le sue estremità, all' attacco dei due legamenti laterali,<br />

e con la sua parte media all'attacco dei due legamenti crociati, situati,<br />

uno immediatamente in avanti, l'altro immediatamente in dietro.<br />

La rotula, molto lontana da questo asse, descrive, nei suoi movimenti,<br />

una lunga curva circolare che non avrebbe meno di 8 centimetri,<br />

secondo Malgaigne. Ma lo spostamento di questo osso, sebbene molto<br />

notevole, non è però tanto considerevole. La base della rotula, nella maggiore<br />

estensione, si eleva a 18 o 20 millimetri al di sopra della puleggia<br />

femorale; nella flessione estrema, essa corrisponde al margine inferiore<br />

di questa; ora, la lunghezza media della puleggia femorale è di 4 centimetri.<br />

La curva percorsa dalla rotula non può dunque oltrepassare 6 centimetri;<br />

la si può valutare in generale a 50 o 55 millimetri.<br />

Le tuberosità della tibia scorrono sui condili del femore d'avanti in<br />

dietro e di dietro in avanti. Nel primo caso, si avvicinano all'asse intorno<br />

al quale si eseguono i movimenti antero-posteriori, nel secondo se<br />

ne allontanano.<br />

La parte che prendono i condili a questi movimenti non è tanto semplice.<br />

I fratelli Weber hanno molto bene dimostrato che essi si muovono<br />

sulle tuberosità immobili della tibia, come una ruota sulla superficie<br />

del suolo (1). Essi girano sopra queste tuberosità d'avanti in dietro nel<br />

movimento di flessione, e da dietro in avanti in quello di estensione.<br />

Mentre che essi girano in un senso o nell' altro, i legamenti crociati<br />

nel primo caso, ed i laterali nel secondo, si distendono, quindi li arrestano;<br />

i condili strisciano allora sulle tuberosità nel senso opposto<br />

alla rotazione ed i legamenti tesi si rilasciano ; essi cominciano dunque<br />

di nuovo a girare, quindi si fermano e scorrono di nuovo, e gli stessi<br />

fenomeni si succedono nello stesso ordine finché il movimento giunge ai<br />

(li E. e G. Weber, Tra ite d'osteologie, et de syndesmologie, 1S43. p. 36G.

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