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EDUARD REUT-NICOLUSSI - Centro Documentazione Luserna

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196 Atti Polizia Politica e Ministeri<br />

P. MINISTERO INTERNO (P.S.) - Telespresso n. 258599/8623<br />

E.L. III° - Prefetto Bolzano<br />

Roma, addì 20 ottobre 1927<br />

Posizione: Austria<br />

Oggetto: COMIZIO POPOLARE DELL’ANNIVERSARIO DELL’AN-<br />

NESSIONE DELL’ALTO ADIGE.<br />

Riferimento<br />

Testo: Per opportuna notizia ho il pregio di trascrivere di seguito quanto<br />

con foglio 4272/184, dell’11 corrente, segnala il R. Consolato<br />

Generale in Innsbruck:<br />

«Ieri sera ha avuto luogo il comizio popolare commemorativo dell’annessione<br />

dello Alto Adige. La manifestazione, che avviene ormai<br />

puntualmente ogni anno, non avrebbe questa volta sconfinato dalle<br />

proporzioni abituali, se non si fosse prodotto il fatto nuovo che la bandiera<br />

nera sventolò ieri tutto il giorno, in segno di lutto, sul Palazzo del<br />

Governo provinciale e sul Municipio. Se son bene informato – e credo<br />

l’informazione esatta – questa manifestazione di cordoglio ufficiale<br />

sarebbe da attribuirsi ai recenti casi, da me a suo tempo riferiti, di cosidetta<br />

“persecuzione” a danno di alcuni esponenti dell’irredentismo<br />

altoatesino e particolarmente dell’avvocato Noldin di Salorno, del<br />

maestro Riedl di Termeno e dell’avvocato bolzanino Reut Nicolussi.<br />

«Al comizio, il noto agitatore Padre Innerkofler, presidente della<br />

sezione Viennese dell’Andreas Hofer Bund, qui venuto dalla capitale,<br />

intrattenne parecchie centinaia di uditori con un lunghissimo discorso<br />

infarcito dei soliti luoghi comuni sulla ingiustizia del trattato di San<br />

Germano, sulla lesione del diritto dei popoli sull’autodecisione e sul<br />

misconoscimento dei principi Wilsoniani, sulla oppressione dei tedeschi<br />

dell’Alto Adige nella scuola della religione, nel forzato mutamento<br />

dei nomi di famiglia, nella violenta e sistematica snazionalizzazione.<br />

Accennò ai casi Noldin, Riedl e Reut-Nicolussi, additando costoro<br />

come martiri ed eroi nazionali. Scendendo a particolari di carattere<br />

locale, egli rilevò il pericolo della infiltrazione degli italiani nella stessa<br />

Innsbruck, ove risiede una numerosa delegazione ferroviaria italiana<br />

e fascista e si progetta la creazione di una scuola italiana, e bollò di<br />

infamia quei tirolesi che, per amor di lucro, non avevano esitato a ven-

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