EDUARD REUT-NICOLUSSI - Centro Documentazione Luserna
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236 Inge Reut-Nicolussi in Lehne<br />
INTERVENTO DR.SSA INGE <strong>REUT</strong>-<strong>NICOLUSSI</strong> IN LEHNE<br />
Non è affatto facile parlare del proprio padre...<br />
Sarebbe più facile parlare di Andreas Hofer o dell’Imperatrice<br />
Maria Teresa. Per la figlia il padre non è un personaggio storico, è più<br />
un ricordo carico di emozioni.<br />
Ho riflettuto sul fatto che il tempo che ho trascorso come figlia di mio<br />
padre è stato molto più breve di quello trascorso dalla sua morte. Eppure<br />
la presenza di mio padre è molto forte ancora oggi, ben oltre la sua morte.<br />
È semplicemente presente nella mia vita, con i suoi punti di vista, i suoi<br />
principi, il suo impegno, il suo entusiasmo e il suo senso dell’umorismo.<br />
Mio marito un giorno lo ha descritto dicendo: «Tuo padre è un vero<br />
Tirolese e contemporaneamente un uomo di mondo».<br />
Ed era così, profondamente legato al suo Paese e direi a tutto il<br />
Tirolo, anche se in maniera particolare al Sudtirolo e pronto a qualsiasi<br />
sacrificio. E ai suoi tempi i sacrifici non erano piccoli.<br />
Pur con tutto il suo attaccamento alla Patria mio padre era un<br />
cosmopolita e, proprio in quanto studioso del diritto internazionale,<br />
interessatissimo alla politica mondiale.<br />
Parlava fluentemente cinque lingue ed in età avanzata iniziò a studiare<br />
lo spagnolo. Aveva contatti ovunque, colleghi e amici, in particolare<br />
in Inghilterra e in Olanda. Viaggiava molto, sia professionalmente<br />
che in qualità di avvocato del Sudtirolo.<br />
Di questo lato, diciamo internazionale, fa parte forse anche il suo portamento;<br />
il suo incedere eretto e il suo abbigliamento curato a cui teneva<br />
molto. Per quanto tirolese non portava i Lederhosen. Ricordo ancora<br />
bene l’espressione che assumeva quando indossava la toga di Decano o<br />
di Rettore. Era un momento solenne e a volte ci facevamo anche l’occhiolino.<br />
In questa posa lo ha immortalato Max Weiler in un ritratto che<br />
gli ha fatto come Rettore. A tale proposito va detto che mio padre scelse<br />
Weiler come ritrattista in un tempo in cui in Tirolo era messo in discussione<br />
e non gli era tributato il riconoscimento che si meritava.<br />
In famiglia vigeva ancora la classica vecchia gerarchia. Il padre era<br />
l’indiscusso capofamiglia e l’educazione d’impronta autoritaria, penso si<br />
possa dire severa. Almeno io la vedevo così. Con le mie sorelle minori le<br />
redini erano già state forse un po’ allentate. I primogeniti si ritrovano<br />
nella maggior parte dei casi genitori più energici ... la disobbedienza, la