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Appunti per il corso di Fisica Matematica Daniele Andreucci ...

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170 DANIELE ANDREUCCI<strong>di</strong>penderà dalla regolarità <strong>di</strong> u. Se <strong>per</strong> esempio u e u 0 sono continue, sirichiederà che (18.6) valga nel classico senso puntuale, cioèlim u(x,t) = u 0(x 0 ).(x,t)→(x 0 ,0)Se u 0 ̸∈ C(Ω), le cose sicomplicano, ma si possonoancora sistemare(ve<strong>di</strong>Sottosezione 18.4.4).•18.3.2. Unicità <strong>di</strong> soluzioni deboli. L’idea della <strong>di</strong>mostrazione dell’unicità<strong>di</strong> soluzioni deboli è la stessausata nel Teorema6.6, e nel Teorema18.5.La ri<strong>per</strong>corriamo qui <strong>per</strong>ché ci <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere ancora la definizione<strong>di</strong> soluzione debole.Questa definizione andrà posta in modo che risulti rigoroso <strong>il</strong> seguenteargomento:Siano u 1 e u 2 due soluzioni deboli <strong>di</strong> (18.4)–(18.6). Poniamo z = u 1 −u 2 .Per linearità, z risolve (18.8) <strong>per</strong> ogni ϕ ∈ C 1( Ω×[0,T] ) , e corrispondeal dato iniziale z(x,0) ≡ 0. Pren<strong>di</strong>amo ϕ = z in (18.8). Questo in effettiè un punto critico, <strong>per</strong>ché abbiamo detto che u 1 , u 2 ̸∈ C 1 (Q T ), mentrele funzioni test ϕ sono state scelte <strong>di</strong> classe C 1 . La <strong>di</strong>fficoltà si risolveosservando che quest’ultima restrizione è <strong>di</strong> fatto eccessiva: l’integralein (18.8) ha senso anche se ∇ ϕ non è continuo, purché a∇u · ∇ ϕ siaintegrab<strong>il</strong>e. In sostanza bisogna quin<strong>di</strong> richiedere che |∇u i | ∈ L 2 (Q T ).La<strong>di</strong>mostrazionesicompletaintegrando<strong>per</strong>parti<strong>il</strong>termineconladerivatatemporale (<strong>per</strong> la quale del resto in principio varrebbero considerazionisim<strong>il</strong>i a quelle svolte <strong>per</strong> <strong>il</strong> gra<strong>di</strong>ente spaziale). Si ha0 =∫ T ∫0Ω{z t z+a(x)|∇z| 2 }dxdt= 1 2∫Ωz(x,T) 2 dx+∫ T ∫0Ωa(x)|∇z| 2 dxdt.Segue che z(x,T) ≡ 0; d’altra parte questo argomento si può ripeteresostituendo a T un qualsiasi istante 0 < t < T, e quin<strong>di</strong> z ≡ 0 in Ω×(0,T).•18.4. Un caso concreto <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> soluzioni deboliConsideriamo <strong>il</strong> problemau t − ( a(x)u x)x = 0, in Q T = (0,L)×(0,T), (18.10)a(0)u x (0,t) = 0, 0 < t < T, (18.11)a(L)u x (L,t) = 0, 0 < t < T, (18.12)u(x,0) = u 0 (x), 0 < x < L. (18.13)Questo è <strong>il</strong> caso uni<strong>di</strong>mensionale del problema (18.4)–(18.6). Qui a èmisurab<strong>il</strong>e e limitata su R, ed esistono due costanti A 0 > a 0 > 0 talicheA 0 ≥ a(x) ≥ a 0 , x ∈ R. (18.14)

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