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Appunti per il corso di Fisica Matematica Daniele Andreucci ...

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18.4. UN CASO CONCRETO DI RICERCA DI SOLUZIONI DEBOLI 17318.4.3. Passaggio al limite. Per passare al limite si usano risultati dell’analisifunzionale, cioè la teoria <strong>di</strong> base degli spazi L 2 e <strong>di</strong> Sobolev (ve<strong>di</strong>sotto <strong>per</strong> questi ultimi). Il vantaggio <strong>di</strong> questa teoria è quello <strong>di</strong> esseremolto potente e flessib<strong>il</strong>e, ossia applicab<strong>il</strong>e con fac<strong>il</strong>ità a problemi <strong>di</strong>versidelle e.d.p. e più in generale della modellistica matematica.Per esempio, si sa che da una successione {u n } che sod<strong>di</strong>sfa (18.21) si puòestrarre una sottosuccessione (che noi continuiamo, con abuso <strong>di</strong> notazione,a denotare come la successione intera {u n }) che converge nel senso <strong>di</strong>L 2 (Q T ) a una funzione misurab<strong>il</strong>e u tale che(∫∫ )1‖u‖ = u 2 2dxdt < ∞, ossia u ∈ L 2 (Q T ).Q TPer <strong>di</strong> più, anche le derivate u nx e u nt convergono debolmente a due funzioniw e z in L 2 (Q T ) (ve<strong>di</strong> Sottosezione A.3.1). Dunque la convergenzaha luogo nel senso che <strong>per</strong> n → ∞u n → u in L 2 (Q T ), ossia ‖u n −u‖ → 0;u nx → w, u nt → v debolmente in L 2 (Q T );u n → u quasi ovunque in Q T .(18.23)Nella Sottosezione 18.4.4 vedremo che si possono identificare w = u x ,v = u t ; quin<strong>di</strong> queste derivate <strong>di</strong> u esistono come funzioni L 2 . Per <strong>il</strong>momento compiamo senz’altro questa identificazione.Per <strong>di</strong>mostrare che u risolve <strong>il</strong> problema originario, scriviamo la formulazionedebole, o integrale, del problema approssimante (18.15)–(18.18),cioè∫∫Q T{u nt ϕ+a n (x)u nx ϕ x }dxdt = 0, ϕ ∈ C 1( Ω×[0,T] ) . (18.24)Per n → ∞ la definizione <strong>di</strong> convergenza debole implica che∫∫ ∫∫u nt ϕdxdt → u t ϕdxdt.Q T Q TL’analoga convergenza, che pure è valida,∫∫∫∫a n (x)u nx ϕ x dxdt → a(x)u x ϕ x dxdtQ T Q Trichiederebbe in effetti un argomento aggiuntivo <strong>per</strong>ché anche <strong>il</strong> coefficientea n varia con n. Comunque, <strong>per</strong> n → ∞, la (18.24) dà∫∫Q T{u t ϕ+a(x)u x ϕ x }dxdt = 0, ϕ ∈ C 1( Ω×[0,T] ) . (18.25)Perciò la u è una soluzione debole; <strong>il</strong> comportamento <strong>per</strong> t → 0, ossia <strong>il</strong>dato iniziale, verrà <strong>di</strong>scusso nella Sottosezione 18.4.4. •

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