184 DANIELE ANDREUCCInella Proposizione 19.6; <strong>per</strong> esempio derivando rispetto a x l’equazione(19.1), e rispetto a s la prima delle (19.15), si ottienea(Ψ(s))u xx (Ψ(s))+b(Ψ(s))u xy (Ψ(s)) = [ −a x u x −b x u y +c x +c u u x],ψ ′ 1(s)u xx (Ψ(s))+ψ ′ 2(s)u xy (Ψ(s)) = d ds u x(Ψ(s)).(19.16)Ilmembro<strong>di</strong>destradellaprimadelle(19.16)vacalcolatoin(Ψ(s),u 0 (Ψ(s))),e dunque è noto <strong>per</strong> i dati del problema e <strong>per</strong> la (19.15); la stessacosa vale<strong>per</strong> <strong>il</strong> membro <strong>di</strong> destra della seconda equazione. Dunque u xx|γ e u xy|γpossono essere ricavate dal sistema, poiché <strong>il</strong> suo determinante coincidecon quello del sistema (19.14). Si noti che in (19.16) si è dovuto assumereche u x (Ψ(s)) sia derivab<strong>il</strong>e in s, ossia che u 0 sia derivab<strong>il</strong>e due volte. □19.4. Equazioni quas<strong>il</strong>ineariUn’e.d.p. del primo or<strong>di</strong>ne della formaa(x,y,u)u x +b(x,y,u)u y = c(x,y,u), (19.17)si <strong>di</strong>ce quas<strong>il</strong>ineare. Il problema <strong>di</strong> Cauchy è definito in modo analogoalla Definizione 19.1. Le curve caratteristiche sono ancora definite come lesoluzioni Φ = (ϕ 1 , ϕ 2 , ϕ 3 ) del sistema <strong>di</strong> e.d.o.ϕ ′ 1 = a(ϕ 1, ϕ 2 , ϕ 3 ),ϕ ′ 2 = b(ϕ 1 , ϕ 2 , ϕ 3 ),ϕ ′ 3 = c(ϕ 1 , ϕ 2 , ϕ 3 ).Le prime due equazioni (a <strong>di</strong>fferenza che nel caso sem<strong>il</strong>ineare) non costituisconounsistema<strong>di</strong>saccoppiatodallaterza. Dunque,benchésipossano,volendo, introdurre le caratteristiche al suolo come sopra, esse non risultanomolto ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> le e.d.p. quas<strong>il</strong>ineari. Basta osservare che, nel casosem<strong>il</strong>ineare, le due caratteristiche che passano <strong>per</strong> i due punti (¯x,ȳ, ¯z 1 ) e(¯x,ȳ, ¯z 2 ) hanno la stessa proiezione sul piano (x,y) (che è la caratteristicaal suolo <strong>per</strong> (¯x,ȳ)). Questo non è vero in genere nel caso quas<strong>il</strong>ineare;dunque in questo caso <strong>per</strong> <strong>il</strong> punto (¯x,ȳ) passa più <strong>di</strong> una caratteristica alsuolo.Resta <strong>per</strong>ò vero (con <strong>di</strong>mostrazione sim<strong>il</strong>e) <strong>il</strong> Corollario 19.3, nel sensoche le curve caratteristiche che intersecano <strong>il</strong> grafico <strong>di</strong> una soluzione, vigiacciono sopra. In altri termini, i grafici <strong>di</strong> soluzioni sono composti <strong>di</strong>curve caratteristiche.Il metodo delle caratteristiche comunque può essere usato anche nel casoquas<strong>il</strong>ineare, in ipotesi <strong>di</strong> regolarità C 1 <strong>per</strong> a, b, c, e se vale la con<strong>di</strong>zionea(Ψ(s),u 0 (s))ψ 2(s)−b(Ψ(s),u ′ 0 (s))ψ 1 ′ (s) ̸= 0, <strong>per</strong> ogni s ∈ I. (19.18)In sostanza vanno eseguiti i seguenti passi:A) (sostituisce i passi 1) e 2) della Sottosezione 19.2.1) Fissato s ∈ I sitrova l’unica caratteristica Φ(τ) tale che abbia come punto iniziale Φ(0) =(Ψ(s),u 0 (s)).B) (sostituisce i passi 3) e 4) della Sottosezione 19.2.1) Dobbiamo imporreche la caratteristica trovata nel passo A) passi <strong>per</strong> un punto (¯x,ȳ, ¯z); sia
19.4. EQUAZIONI QUASILINEARI 185s = ¯s <strong>il</strong> valore del parametro corrispondente a questa intersezione, e siaτ = ¯τ <strong>il</strong> valore del parametro su Φ nello stesso punto. Si osservi che nelmetododellecaratteristiche<strong>per</strong>equazionisem<strong>il</strong>ineari, ègarantitochetuttele caratteristiche al suolo che originano in un intorno opportuno della γincontrino γ. Nelcasopresente,invece, le caratteristiche‘vicine’ alla curvaγ 1 riempiono una regione tri<strong>di</strong>mensionale, mentre noi stiamo cercando lasu<strong>per</strong>ficie descritta dalle caratteristiche che si appoggiano su γ 1 . Per esserepiù precisi, vogliamo risolvere nelle due incognite ¯τ, ¯s, <strong>il</strong> sistema <strong>di</strong> treequazioniϕ 1 (¯τ; ¯s) = ¯x, ϕ 2 (¯τ; ¯s) = ȳ, ϕ 3 (¯τ; ¯s) = ¯z, (19.19)che non è in genere risolub<strong>il</strong>e (nella (19.19) si è in<strong>di</strong>cata la <strong>di</strong>pendenzadella caratteristica dal punto iniziale). La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> risolub<strong>il</strong>ità vienemessa nella forma <strong>di</strong> una restrizione sul punto (¯x,ȳ, ¯z). Se si riesce adesplicitarla nella ¯z, tornando ai vecchi nomi <strong>di</strong> variab<strong>il</strong>e si ha proprio laz = u(x,y),che è la soluzione cercata. È possib<strong>il</strong>e <strong>per</strong>ò che la soluzione vada lasciatain forma implicita.Esempio 19.8. Consideriamo <strong>il</strong> problemau x +uu y = 0,u(s,0) = u 0 (s), s > 0.La (19.18) è sod<strong>di</strong>sfatta se u 0 ̸= 0.A) La caratteristica <strong>per</strong> (¯x,ȳ, ¯z) si trova risolvendoSi ottieneϕ ′ 1 = 1, ϕ 1 (0) = s,ϕ ′ 2 = ϕ 3 , ϕ 2 (0) = 0,ϕ ′ 3 = 0,ϕ 3 (0) = u 0 (s).ϕ 1 (τ) = τ+s, ϕ 2 (τ) = τu 0 (s), ϕ 3 (τ) = u 0 (s), τ ∈ R.B) Si deve quin<strong>di</strong> avere, se la caratteristica passa <strong>per</strong> (¯x,ȳ, ¯z),¯τ+ ¯s = ¯x, ȳ = ¯τ¯z, ¯z = u 0 (¯s),<strong>per</strong> valori opportuni (¯τ, ¯s). Pertanto, se ¯z ̸= 0,¯τ = ȳ ȳ(, ¯s = ¯x−¯z ¯z , ¯z = u 0 ¯x− ȳ ).¯zIn genere la soluzione si trova quin<strong>di</strong> nella forma implicita(u(x,y) = z = u 0 x− y ). (19.20)zSe <strong>per</strong> esempio u 0 (s) = s, s > 0, allora, esplicitando z nella (19.20), si haoveu(x,y) = z = x+√ x 2 −4y2Q =, (x,y) ∈ Q,{(x,y) | y < x24 ,x > 0 }.□