174 DANIELE ANDREUCCI18.4.4. Ancora sul passaggio al limite. Derivate nel senso <strong>di</strong> Sobolev.Ritorniamo sulla convergenza in (18.23), e sull’identificazione w = u x ,v = u t . Si sa dunque che∫∫ ∫∫u nx ϕdxdt → wϕdxdt, (18.26)Q T Q T<strong>per</strong> ogni ϕ ∈ L 2 (Q T ), <strong>per</strong> esempio se ϕ ∈ C◦(Q 1 T ). In quest’ultimo caso siha, integrando <strong>per</strong> parti,∫∫ ∫∫u nx ϕdxdt = − u n ϕ x dxdt. (18.27)Q T Q TConfrontando (18.26) con (18.27) si ottiene∫∫ ∫∫lim u n ϕ x dxdt = − wϕdxdt.n→∞Q T Q TD’altronde, poiché u n → u in L 2 (Q T ), e quin<strong>di</strong> anche nel senso debole, siha∫∫ ∫∫lim u n ϕ x dxdt = uϕ x dxdt.n→∞Q T Q TAbbiamo <strong>di</strong>mostrato∫∫ ∫∫wϕdxdt = −Q TQ Tuϕ x dxdt, (18.28)<strong>per</strong> ogni ϕ ∈ C◦(Q 1 T ). Se u ∈ C 1 (Q T ), questa uguaglianza è sod<strong>di</strong>sfattase w = u x . Anzi, si può vedere, <strong>per</strong> l’arbitrarietà <strong>di</strong> ϕ, che in effetti seu ∈ C 1 (Q T ), e vale la (18.28), allora deve essere w = u x .Anche se u ̸∈ C 1 (Q T ), noi definiamo derivata <strong>di</strong> u nel senso <strong>di</strong> Sobolev law, e continuiamo (con abuso <strong>di</strong> notazione) a denominarla con u x . Si vedesubito che se esistono due derivate w 1 e w 2 <strong>di</strong> u nel senso <strong>di</strong> Sobolev, essedevono coincidere quasi ovunque in Q T , <strong>per</strong>ché <strong>per</strong> ogni ϕ ∈ C◦(Q 1 T )∫∫ ∫∫ ∫∫w 1 ϕdxdt = − uϕ x dxdt = w 2 ϕdxdt.Q T Q T Q TRicapitolandoDefinizione 18.8. Sia u ∈ L 2 (Q T ). Si <strong>di</strong>ce che w ∈ L 2 (Q T ) è la derivata<strong>di</strong> u (rispetto a x) nel senso <strong>di</strong> Sobolev, se <strong>per</strong> ogni ϕ ∈ C 1 ◦(Q T ) vale la(18.28). □Nello stesso modo si definisce la derivata nel senso <strong>di</strong> Sobolev rispetto at, che denotiamo ancora con u t .Il motivo <strong>per</strong> cui si introducono le derivate nel senso <strong>di</strong> Sobolev è, infondo, nel passaggio al limite che conduce da (18.24) a (18.25). Un’altraproprietà ut<strong>il</strong>e <strong>di</strong> queste derivate è <strong>il</strong>lustrata dal ragionamento seguente.Sia u la funzione limite introdotta nella Sottosezione 18.4.3. Si potrebbe
18.4. UN CASO CONCRETO DI RICERCA DI SOLUZIONI DEBOLI 175vedere che anche <strong>per</strong> le derivate nel senso <strong>di</strong> Sobolev, vale, quasi ovunque<strong>per</strong> 0 < t < T, l’usuale formula∫ L0[u(x,t)−u 0 (x)] 2 dx =∫ L0[ ∫ t0u τ (x, τ)dτ] 2dx ∫L≤ t0∫ t0u 2 τ dxdτ = t‖u t‖ 2 ,ovesièusataanchela<strong>di</strong>suguaglianza<strong>di</strong>Cauchy-Schwarz. Perciòu(·,t) →u 0 nelsenso<strong>di</strong> L 2( (0,L) ) , se t → 0. Questaèuna possib<strong>il</strong>e interpretazionedella con<strong>di</strong>zione iniziale (18.13) <strong>per</strong> le soluzioni deboli. •18.4.5. Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> interfaccia. Supponiamo ora che, <strong>per</strong> un c ∈(0,L) fissato, <strong>il</strong> coefficiente a sia dato come e a 1 , a 2 > 0, a 1 ̸= a 2 ,{aa(x) = 1 , 0 < x < c,a 1 ,a 2 > 0, a 1 ̸= a 2 .a 2 , c < x < L;Allora la formulazione debole <strong>di</strong> (18.10)–(18.13) equivale alla seguente:u t −a 1 u xx = 0, 0 < x < c,0 < t < T, (18.29)u t −a 2 u xx = 0, c < x < L,0 < t < T, (18.30)a 1 u x (0,t) = 0, 0 < t < T, (18.31)a 2 u x (L,t) = 0, 0 < t < T, (18.32)u(x,0) = u 0 (x), 0 < x < L. (18.33)Questo problema deve essere accoppiato con le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> interfaccia(dette anche con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione)u(c−,t) = u(c+,t), 0 < t < T, (18.34)a 1 u x (c−,t) = a 2 u x (c+,t), 0 < t < T. (18.35)In altre parole, si hanno due problemi <strong>per</strong> due equazioni del calore (con<strong>di</strong>ffusività <strong>di</strong>verse), posti in due domini <strong>di</strong>stinti:Q − T = (0,c)×(0,T),Q+ T = (c,L)×(0,T).Le (18.29)–(18.33) contengono le e.d.p. e i dati <strong>per</strong> questi problemi, adeccezione dei dati su x = c, che <strong>per</strong>ò sono necessari <strong>per</strong> avere unicità<strong>di</strong> soluzioni. Questi ultimi dati sono assegnati in (18.34)–(18.35), ma noncomedatiin<strong>di</strong>pendenti(<strong>per</strong>esempio,ivalori <strong>di</strong>u(c−,t) e u(c+,t)); invecesono prescritticome con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accoppiamento dei due problemi in Q − Te Q + T .Per convincersi che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione in effetti identificano lasoluzione debole introdotta sopra, si ragioni così: sia u una soluzione <strong>di</strong>(18.29)–(18.33), regolare (<strong>per</strong> esempio C 2,1 ) in Q − T e in Q+ T, ma, a priori,svincolata dalle con<strong>di</strong>zioni (18.34)–(18.35). Moltiplicando la e.d.p. inciascuno dei due domini <strong>per</strong> una ϕ ∈ C 1 (Q T ), e integrando <strong>per</strong> parti si ottengonodue equazioni integrali, contenenti ciascuna un termine <strong>di</strong> bordosu x = c; questitermini<strong>di</strong> bordosi possonoeliminare tra le dueequazionise vale (18.35); si ottiene così proprio (18.25): <strong>per</strong>ciò u è la (unica) soluzionedebole. Occorre ancora una precisazione sulla con<strong>di</strong>zione (18.34), chenon è stata usata in questo argomento.