Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...
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1^8 SAC<br />
o Roma le statue,erigevano loro de'lem-<br />
pli,e gli rendevano un culto religioso, af-<br />
finchè questi fossero propizi e non si opponessero<br />
alle loro conquiste. Quantun-<br />
que ilPantlieonfossede<strong>di</strong>catoaGiove ven-<br />
<strong>di</strong>catore, esso portava tal nome a motivo<br />
del gran numero <strong>di</strong> statue degli dei che<br />
vi erano collocate dentro, e per la forma<br />
in cui fu fabbricato. Anche i conla<strong>di</strong>ni<br />
avevano le loro <strong>di</strong>vinità particolari, e fra<br />
le altre adoravano il <strong>di</strong>o Pane, che pre-<br />
siedeva alle campagne e ai pascoli; Silvano<br />
ai boschi e alle foreste;Priapo ai giar-<br />
<strong>di</strong>ni e alle sementi; Pale alle biade; lppomene<br />
alle vendemmie ; Pomona alle<br />
fruita; Flora ai fiori; Vertunno alle sta-<br />
gioni, e le Ninfe, ec. Giovenale facendosi<br />
beffe della pluralità degli dei, <strong>di</strong>ceva che<br />
Atlante gemeva sotto il peso <strong>di</strong> tanti dei<br />
ch'erano stati collocati in cielo dal timo-<br />
re, dall'interesse,dalla riconoscenza e dal-<br />
la superstizione. L'istituzione de'sacerdo*<br />
ti ebbe a Roma principio col culto degli<br />
dei, cioè col suo fondatore Romolo, ed il<br />
successore Numa avendo cresciuto il numero<br />
delle deità, moltiplicò pure quello<br />
de'suoi ministri. Gli uni non erano addetti<br />
ad alcuna <strong>di</strong>vinità particolare, ma<br />
offrivano sagrifizi a tulli gli dei; gli altri<br />
attendevano al culto <strong>di</strong> un particolare<br />
nume. I principali ministri della religione<br />
formanti l'idolatrico sacerdozio romano,<br />
sono i seguenti: erano <strong>di</strong>visi in due<br />
classi, la<br />
a<br />
r . riguardava la religione in ge-<br />
nerale, l'altra il culto d'una deità parti-<br />
colare; ogni ministero formava un colle-<br />
gio. 11 Pontefice (P.) era una persona sa-<br />
gra con giuris<strong>di</strong>zione e autorità sulle cose<br />
religiose; stabiliva i riti e le leggi: nel i.°<br />
giorno <strong>di</strong> ciascun mese annunziava al po-<br />
polo il giorno in cui cadevano le none,<br />
e tultociòchedoveasi fare nel decorso del<br />
Mese (F.), tanto pe'Sagrifìzi e le Feste<br />
(I r<br />
), quanto per le Ferie o Mercati^.).<br />
Vi erano pontefici minori e maggiori, a<br />
tutti sovrastando il pontefice massimo ,<br />
che presiedeva alcollegiode' pontefici: <strong>di</strong><br />
suepremineuze,altribuzioni,che la <strong>di</strong>goi-<br />
SAC<br />
tà fu poi assunta dagl'imperatori, ed an-<br />
che da alcuno cristiano, lo <strong>di</strong>ssi nel citato<br />
articolo. L'istitutore de' pontefici fu il re<br />
Numa; quanto al numero lo notai nel<br />
detto articolo: avevano l'intendenza e la<br />
<strong>di</strong>rezione delle cose sagre, de'sagrifizi e<br />
del culto religioso. Degli auguri parlai<br />
pure a Roma, come degli altri ministri<br />
del cultOj<strong>di</strong>gnità ragguardevole, che spiegavano<br />
l'avvenire sullo stu<strong>di</strong>o degli uc-<br />
celli, e giu<strong>di</strong>cavano ogni sorte <strong>di</strong> presagio,<br />
pretendendo <strong>di</strong> conoscere il futuro, inter-<br />
pretando ogni sorta <strong>di</strong> sogni e altre cose<br />
simili e superstiziose. Oltre lo scuoprire<br />
e pre<strong>di</strong>re il male, gli auguri insegnavano<br />
ad eludere o espiare i<br />
presagi contrari per<br />
evitarne i mali, placando lo sdegno de'numi<br />
con sagrifizi, processioni e altre ceremonie<br />
religiose e <strong>di</strong> espiazione. Gli augu-<br />
ri si consultavano anche sopra quanto si<br />
voleva intraprendere, sia nell'elezione dei<br />
magistrati, sia per le nuove leggi, sia per<br />
le spe<strong>di</strong>zioni guerresche: se rispondevano<br />
<strong>di</strong> no, tutto veniva sciolto o <strong>di</strong>fferito, ri-<br />
spettandosi ciecamente il loro sentimen-<br />
to. Laonde gli auguri in Roma <strong>di</strong>spone-<br />
vano <strong>di</strong> tutto, tanto nelle cose minime che<br />
nelle gran<strong>di</strong>, quanto nelle cose private che<br />
pubbliche. L'importante e influente ca-<br />
rica d' augure era una scienza piuttosto<br />
che una <strong>di</strong>gnità, e durava per tutta la vi-<br />
ta, non potendosi degradare; solo non po-<br />
tevano esercitare le funzioni quando s'in-<br />
fermavano. La scienza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care il fu-<br />
turo fu prima conosciuta dai caldei e gre-<br />
ci, quantunque gli etruschi crederono es-<br />
sernestati gl'inventori, certamente la perfezionarono.<br />
Gli auguri nell'essere ammessi<br />
al collegio, giuravano <strong>di</strong> non comu-<br />
nicare ad alcuno la loro scienza e <strong>di</strong> far-<br />
ne sempre un mistero. Romolo gi'instituì<br />
in n.° <strong>di</strong> 3, poi aumentati a 9, de'quali<br />
4 scelti tra' patrizi e 5 tra' plebei, finche<br />
Siila ne aggiunse altri 6; così il collegio<br />
formalo <strong>di</strong> 1 5 auguri era presieduto dal<br />
più vecchio, durò sino a Teodosio il gio-<br />
vane, e l'imperatore Costanzo proibì <strong>di</strong><br />
consultarli come impostori. Una volta al