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i 54 S A G le prescrizioni de' benefattori. Vuole s. Carlo Borromeo, che il sagrestano tenga altro libro giornale, in cui i sacerdoti do* pò aver celebrato lo affermino di propria mano; di più che in sagrestia si conser- vino i decreti e gli editti dell'ordinario. Terrà pure in sagrestia o in altro luogo decente un Sacrario (F.) mondo e chiu- so, la cui fossa sia solterra,e in cui si getti l'acqua benedetta vecchia , e quella che servi per la lavanda de' Corporali, Pu- rificatori e Palle (J 7 .), nonché de' Cali- i *(/^.),e quella servita alla Lavanda delle //itfm(/^.)de'celebranli. Non permetterà di celebrare ad alcun sacerdote vago e sconosciuto, senza vedere le lettere com- mendatizie del suo ordinario, ed il cele- bret di quello del luogo; e non concede- rai ad alcun estraneo di amministrare la Eucaristia fuori della messa, se non sia approvato dal superiore. Si guardi ezian- dio di nou pei mettere di celebrare a'sacerdoti senza veste talare e senza la clericale tonsura, ne di accostarsi all' altare colle scarpe lorde, e perciò in sagrestia vi dovrà essere un pezzo di panno logoro o scopet- ta, con cui i sacerdoti si possano pulire le scarpe. Noterò che a Pettine parlai del costume di tenerlo nelle sagrestie, insieme allo specchio, perchè i sacerdoti prima di portarsi all'altare si acconciassero la chioma, e la barba quelli che l'aveva- no, e vedessero se i paramenti stassero be- ne, il tutto per comparire con decenza e compostezza maggiore. Procurerà il sagrestano che in sagrestia vi sieno sempre pronte delle Colle e delle Stole (F.) pei Confessori (F.) t di colore conveniente, se vi sia la consuetudine, che certamente si deve introdurre, onde non si amministri senza stola il sagramento della peniten- za. Terrà sempre apparecchiati in sagrestia o in altro luogo congruo, uno o più genuflessorii col Crocefisso e sua tabella contenente le preci per la preparazione alla messa e ringraziamento dopo cele- brata. Quando poi trasporterà le s. reliquie dall'armadio all'altare, o le riporte- SAG rà al suo luogo,'si vestirà di cotta e stola di color conveniente, e lo precederanno due chierici od uno almeno, egualmente in cotta, co' cerei accesi. Vedasi Bauldry pai t. i , cap. 2, art. i, cap. 3, art. i. SAGRESTI A o SACRESTI k,Sacrariunì , Sacrislia^Secretarium, Cemehum, Vesliarium, Diaconicunij AdylumJLuo- go sagro contiguo ordinariamente e talvol- ta se para to,ma assai vicino alla chiesa, nel quale sono chiuse e custodite le reliquie, i vasi, gli arredi, i paramenti, le suppellet- tili, gli ornamenti della medesima chiesa, in armadi di noceoaltro legno, e dove i ministri dell'altare si vestono e poi si spogliano degli abiti sagri, di cui è cu- stode il Sagrestano (V.). Il Magri nella Notìzia de' vocaboli ecclesiastici 3 al vocabolo Cemelium dice così chiamata con voce greca la sagrestia, ove si ripoue la sagra suppellettile, onde si chiamò Cimi- liarca il tesoriere o sagrestano, dignità nelle metropolitane di Milano e di Napo- li, il quale nelle processioni e nella cele- brazione de' divini uffizi avea 1' uso del bacolo. Aggiunge che il vocabolo Ceme- lium significa il tesoro della chiesa nel Registro di s. Gregorio l t ed auche ivi si legge Cimiliarchium pev denotare il luogo nel quale si conserva la suppellettile della chiesa, e non conviene che la sagrestia si denominasse Festiarium, comesi ha iti Anastasio Bibliotecario nella Vita di s.Severino t ed in Torri gio, Grotte \>a- ticane, che affermò essere il Festiarium la sagrestia del Papa, prefetto della quale è il Sagrista del Papa(l 7 .). Inoltre leg- go in Magri, che Aspalicum era l'appartamento vicino alla chiesa, nel quale il vescovo soleva ricevere gli abiti sagri quando celebra va solennemente, nel quale luogo era salutato da tutto il clero, che gli baciavano le mani, chiamato perciò dai latini Salulalorium e Melatorium, ed ove Teodosio I si presentò a s. Ambrogio in Milano. In questo luogo si conservava la sagra mensa per riporti le sagre vesti. Si chiamò dal luogo Melalor il Foricrc(F.),
SAG il quale ivi avea la cura di preparare l'al- loggiamento pei pellegrini, ondeSidonio chiamò Metatoriam quella lettera cheav- Vita la venula di qualche ospite, perchè a guisa di foriere precede a far preparare l'alloggio. Altri con s. Gregorio di Tours chiamarono questo luogo Melatus, ed i greci 1'appelìarouo Diaconicum, poiché si legge nel cereinoui ale greco: Post diciani lerlìam et sextam vadit ss. Pa- triarcha inMetatorium sivcDiaconicum, et exit ad sanclum allarem. Questo appartamento era pure presso i monasteri delle monache, ed era vietato agli uomi- ni di entrare nel loro Salutatorium, e nel YOratorium. 11 Zaccaria, Dissertazioni t. 2,dissert. i .* Delle antiche concioni, dice che ilP/ec?/c
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