Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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i32 SAC tutte le altre autorità civili, formando il centro a cui tutti dovevano convergere, onde il capo chiamato Pontefice, ebbe l'aggiunto di Massimo, quod maximus rerum quae ad sacra el religione perti- nenti judex sit vindexque conlwnaciae privatorum magistraluiimque. Anzi sog- giunge Dionisio,che non solo i sacerdoti aveano questo diritto, ma quello ancora di novas leges anctoritale propria can- dele. Cicerone scrisse ad Attico, che intanto egli portò la causa prò domo sua ai pontefici, perchè egli sapeva ch'erano religionis judìces, et senalus legis. Si può dire che non vi fu questione presso i romani, in cui i pontefici non esercitassero la loro giurisdizione, onde l'ebbero anche sullo stato delle persone. Quando Augusto volle sposare Livia, togliendola in certo modo al marito, consultò i pontefici se el- la col bambino in corpo andrebbe legittimamente a marito: non potè dispensar- si , ad onta del suo assolutismo, di sottomettersi alla legge che conferma la ma- gistratura civile esercitata dal sacerdozio presso gli antichi romani. Non vie titolo nell'ordine civile, sul quale non si esten- desse il loro ministero: lo provano, Cice- rone, De legibus lib. 2, cap. 1 9; Plinio lib. io, epist. 73 a Traiano; Livio lib. 12, cap. 57;dai quali ultimi si apprende, che il collegio de'pontefìci ebbe anche il diritto della vita e della morte. Se dunque gì' idolatri stimarono tanto necessario il sacerdozio nell'ordine sociale, che in qualunque forma politica di governo man- tenne il suo maestrato religioso e civile, e dal quale dipende la prosperità de'popoli e delle nazioni. Se quando si giunse a schernire, la storia ci assicura il decadimento de'popoli e delle nazioni, e la storia romana n'è la prova luminosa; che dovrà dirsi del sublime sacerdozio della chiesa cattolica, che mantiene intatto e immutabile il principio della fedecristiana incorrotta e della verità, quel principio cioè che produce la civiltà vera, il ve- ro progresso? Facile dunque sembra il SAC risultato da dedurre da questo argomen- to, la necessità cioè del sacerdozio nell'ordine sociale; necessario il benefico eser- cizio del suo duplice magistero; necessa- ria la ricognizione di quel venerabile centro di unità a cui devono convergere tutte le podestà sociali, se vogliono sussiste- re e rendere la prosperità ai popoli e alle nazioni, ch'è lo scopo fìuale della divina provvidenza, perchè gli uomini imparino a congiungere il tempo colla eternità. V, Sacerdote. SACILE, Sacillum. Antica città vescovile nel regno Lombardo -Veneto, pro- vincia di Udine o Marca Trivigiana, ca- poluogo di distretto, in riva alla Livenza. Chiusa di mura, vi si vedono le rovine di un vecchio castello, sulla sponda sinistra del fiume. Comoda e bene fabbricata, fa commercio di buon vino, grani, seta e bestiame, essendo fecondo il suo territorio a segno che dicesi il giardino degli stati veneti. Questo nobile luogo è patria de'3 fratelli A ma Ilei che fiorirono nel se- colo XVI, altri li dicono di Pordenone o & Oderzo. Nelle sue vicinanze furono sco- perte alcune sorgenti d'acque minerali. Fu sede vescovile suflraganea del patriarcato d'Aquileia, ma non si conosce che il vescovo Agnello del 590, che interven- ne al concilio di Marano (F). Ughelli, Italia sacra 1. 1 o, p. 1 62. Nel recarsi Pio VI a Vienna nel 1782, da Treviso per Conegliano giunse a ore 22 de' 12 mar- zo aSacile,prendendo alloggio nel palazzo di mg. r Flangini(F.) uditore di rota, poi cardinale, ove fu ricevuto da mg. r Za- gurri vescovo di Ceneda, e dal nobile Pizzamano podestà, indi ossequiato dal cav. Andrea Renier figlio del doge di Vene- zia, eda altri distinti signori. Pernottò in Sacile, e nel dì seguente partì per Udine, fra le riverenti dimostrazioni degli abi- tanti e di quelli de'luoghi circostanti. SACRARIO, Sacrarium. Luogo dove si buttano e versano le lavature de' vasi, pannilini o simili, che servono immediatamente al sagrifizio della Messa (V.)^
SAC anche vì si gettano le ceneri e l'acqua vec* chia benedetta: la cura appartiene al Sa- grestano (P.) Sì suole costruire vicino alla sagrestia o in essa, o in altro luogo della Chiesa (/^.). Il sacrario d'ordinario è un vaso di marmo o di solida pietra, incavato alla foggia di fonte battesimale, di forma ovale, tonda o quadrata, soste- nuto da una colonnetta o altra base. In mezzodella cavità ha un foro scolpito nel centro della colonnetta o base, con pic- colo tubo o acquedotto, acciò per esso si scarichino al di fuori le acque, le ceneri e simili, che si espandono e si gettano. Sot- to questo tubo o acquedotto è una pic- cola cisterna proporzionata, nella quale raccolgonsi le materie scaricate, e cor- rispondente in luogo sotterraneo. Il sacrario si copre di un tavolato di noce, e si chiude con chiave o in altro modo. Al- tre forme di sacrari si costruiscono nella parete con sportello, con suolo di pietra, e incavata, con foro e acquedotto che corrisponde al sottoposto cisternino. I sacrari si fanno anche presso i battisteri con cisternini in cui scolano e raccolgonsi Je acque versate nel battesimo. Abbiamo dal MagrìflVotizia de vocaboli eccl. y verbo Sacrarium, che questo anticamente era denominato anche il luogo vicino all' Al- tare ( J 7 .) circondalo da'cancelli, ove sol- tanto il sacerdotee altri ministri sagri po- tevano entrare nel tempo del s. Sacrifizio (T \), perciò detto Sancta Sanctorum, ed anche Coro e Presbiterio (^.), e ne- gli antichi monumenti Propillato ri um : ne parlai anche nel voi. LVI, p. 87 e 88. Dal quale luogo s. Ambrogio in Milano espulse l'imperatore Teodosio I, il quale dopo l'oblazione si era fermato secondo il costume di Costantino I, e dicendogli : Sacrariiim solis sacerdotibus pervium est t aliis omnibus inaccessum. Teodosio l su- bilo ubbidì, e tornato a Costantinopoli, quando fu invitato dal patriarca ad entrare nel sacrario conforme il consueto, rispose avere imparato da s. Ambrogio non essere lecito ai laici. Gli orieutali in lem- SAC i33 pò della consagrazione cingono e coprono l'aliare con tavole o veli, ed i greci stimano sacrilegio l'entrare con arme ae\Sancla Sanctorum, e nella chiesa di s. Atanasio di Roma il ceremoniere fece levare la spa- da a Ranuccio Farnese duca di Parma, che vi era entrato per vedere le misteriose ceremonie e udir la messa in rito greco. La chiesa romana non volle adottare i me- morati veli, anche per differenziarsi dagli eretici Valentinianiji quali ne'loro riti imi- tando i segretiEleusini;tutto facevano con somma segretezza, e velavano a tal fine tulle le porte. Sacrarium si dice pure la Sagrestìa (^.), per cui a questo articolo dico quali furono gli antichi luoghi deno- minati Sacrario, anche presso i gentili. SACRATI Francesco, Cardinale. No- bile ferrarese, che compiti con grande riputazione i suoi studi nell' università di Bologna, ove ottenne la laurea dotto- rale, falla conoscere l'eccellenza del suo bell'ingegno, fu invitato a Roma, in cui per provare la sua fortuna intraprese la carriera prelatizia. Venne fatto uditore di rota, offizio ch'esercitò con alta riputazione per 26 anni, e non per 18 come scrisse Battagline Accaduta la morte del decano della rota ne'mesi estivi, allorché Francesco si trovava in patria con ponti- ficio permesso, volò in Roma per le po- ste, per succedere al defunto come sotto- deoano,ma prevenuto dall'ozionedel Coc- cino,presente in curia, volle sperimentare le sue ragioni in giudizio. Paolo V rimise la decisione di questa causa all' arbitrio de'cardinali Lancellotti e Ludovisi, ch'e- rano stali uditori di rota,iquali senten- ziarono a favore di Cocchio. Per dare poi qualche compenso a Francesco, fu fatto arcivescovo di Damasco in partibus e vi- cario della basilica Vaticana. Elevato al pontificato Ludovisi col nome di Grego- rio XV, subitogli fece conoscere la stima e l'affelto che aveva per lui, con promoverlo a datario, e dopo due mesia'iga- prilei 62 1 Io creò cardinale prete di s.Mat- teo in Merulana , cou applauso di tutta
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