Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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42 SAB gravi, come apparisce dalla bolla d'Eugenio III. Passò poi Pozzaglia in dominio temporale agli Orsini , ai Conti , ai Muti, ai Borghese. Sperandio riporta alcune lapidi. Pozzaglia ha gli appodiati, Montorio in Falled\ocesì di Ti voli, e Pie- tra Forte diocesi di Rieti. Montorio in Valle è situato in eminente luogo sulla sponda del fiume Totano, e sulle coste de'mou ti Cera tini, onde dal monte e dalia sottostante valle prese il nome. Ha la chiesa parrocchiale di s. Stefano con 3 altari, e la chiesa di s. Angelo: anticamente vi fu un monastero. Scandriglia. Comune della diocesi di Sabina, con territorio in piano e in colle, con molti fabbricati cinti di mura. Piaz- za lo appella luogo celebre, e che molti geografi la chiamarono città, per la civil- tà de'numerosi suoi abitanti, per le fre- quenti anticaglie che si trovano, per la deliziosa posizione, buon'aria, e fertilità del suolo ferace di produzioni, e pe'suoi edifìzi: le sue persiche si distinguono per lo straordinario volume e per lo squisito sapore. Secondo Mattei, illustratore delle antichità sabine, questa Terra cospicua dicesi che successe all'antica Vesbula,che altri posero a Nespolo. A suo tempo la s. Sede, diretta signora, vi teneva un go- verna tore,"e fioriva un insigne convento di francescani riformati. La chiesa parrocchiale, buona fabbrica ben orna la, è sagra alla B. Vergine Assunta,con 6 altari; quella di s.Antonio abbate la manteneva il sodalizio del ss. Sagramentojs. Lu- cia la custodiva un eremita; s. Maria del Peschio del comune, ha una divotissima immagine della Madonna; s. Gio. Batti- sta spetta all'omonimo sodalizio; s. Nico- la cou antico convento di cappuccini, posto iu luogo detto Percetti, la cui esisten- za ha del prodigioso, per un dirupo pen- dente e conservato per il patrocinio di s. Nicolò arcivescovo di Mira; s. Maria delle Grazie de'francescani riformati di Ponti- rr///, castello appodiato di Scandriglia: la fabbricò col convento Raimondo Orsini SAB duca diGravina e contediNerola con auto- rizzazione diSistoIV,e diede Cuna e l'altra al b. Amadeo francescano, e suoi religiosi A madei,che soppressi nel 1 566 da s. Pio V, indi ad istanza de'pt incipi di Scandriglia, ossia della famiglia Orsini (P.)jfu dato ai francescani della provincia romana; ivi è un'immagine della ss. Vergine in partico- lare venerazione, e la cella e il mantello di detto beato. Sperandio dice che questo castello è posto in comodo raonte,con parrocchiale chiesa eretta nel secolo X dai monaci Farfensi, ristorala dal pubblico nel i345, e consagrata dal vescovo cardinal Delci nel 1751, riportando le lapidi sepolcrali; che appartenne ai delti monaci, ad altri padroni, ed a suo tempo alla camera apostolica; e che nel territorio eravi il monastero del ss. Salvatore, grangia dell'abbazia di Farfa: illustrarono il castello il conte Zenobio della Corbara,elanobilefamigliaZ?occdWiMoBuc- camazza,dalla quale uscì un cardinale, e di alcuni individui riporta Sperandio le lapidarie. Cai i neh i narra che alcuni pre- tendono che Mefila o Numanzia fosse nei dintorni di Scandriglia, e che Scaplinio si a stabilì nella i. ; e che negli scavisi trova- rono statue, idoli, busti, medaglie e co- lonne, appartenenti a Mefila. All'articolo Rieti, descrivendo la cattedrale, con l'au- torità del vescovo Marini parlai delle sue erudite Memorie di s. Barbara vergine e martire di Scandriglia delta di Nico- media. Ivi narrai come la santa abitò e fu martirizzata in Scandriglia, come e quando fu dai reatini tolta a Scandriglia, e trasportata nella loro cattedrale ov'èin gran venerazione; ricordando pure l'il- lustrazione di Quaranta o Commento sopra la greca iscrizione Mutila trovata a Scandriglia, Napoli 1826. Quanto sulle opinioni del Marini scrisse Sperandio si può vedere a p. 48, che lodando la cri- tica e le ragioni del prelato in favore di Scandriglia e di Rieti, che ne possiede il tesoro, solo avverte di aver preso Numan- zia per Nomento, ma sembragli più ve-
SAB rosim ile che abbia a tenersiNumadia per un mss. da lui pubblicato che non potè essere noto al vescovo, ed il quale espressamente distingue Nuraadia da Nomenlo, senza indicarne la situazione, onde può credersi che fosse Viconovo o Massacci presso Scandriglia. Marocco riporta l'iscrizione in greco, e tradotta dal Quaran- ta in latino e italiano, di più dice avere letto nell'archivio Farfense, che nel 1 084 era assoluto signore di Scandriglia il conte Erveo, il quale la donò al monastero di Farfa. Il cardinal Cossa, poi nel i4«o Giovanni XXIII, la concedè a Francesco Orsini e suoi discendenti maschi legittimi in enfiteusi, coir annua ricognizione all'abbate di Farfa di io libbre di cera, quindi procurarono gli Orsini di toglier- la ai monaci Farfensi, ciò che non riu- scendo, fecero confermare l'enfiteusi nel 1 453 daNicolò V e da diversi abbati com- mendatari. Nondimeno il dominio diret- to restò all'abbazia, che vi godeva i suoi beni esenti d'ogni imposizione, e riscuo- tendo la 1 o. a parte delle imposte per tut- to il territorio di Scandriglia. I beni che dominava il monastero, Sisto IV li assegnò alla mensa conventuale Farfense, al quale monastero Alessandro VI incorporò il monastero del ss. Salvatore o grangia di Scandriglia. Estinta la linea Orsini cheavea spalleggiate le pretensioni del comune contro l'abbazia, Scandriglia fu devoluta alla camera apostolica,in tempo delcui dominio il comune mosse grave lite a'monaci pel/'us lignandi e pascendi che loro vo- leva impedire; ma nel 1691 ebbero con- traria sentenza dalla congregazione del buon governo. Scandriglia ha per appodiati Ponticelli e Cerdomare 3 della sud- detta diocesi di Poggio Mirteto. Ponticelli giace sul colle della valle in luogo forte, con autiche muraglie, ed è antichissimo. Prende il nome da un piccolo ponte sottostante sulle acque del Correse e di diversi torrenti che vi affluiscono, ed ha territorio fertile e ameno. Vuoisi colonia di Vesbula, fu dominio degli Orsini, indi dei SAB 43 Barberini. La chiesa parrocchiale di s. Ni - colò, secondo Piazza, avea due altari, altre chiese essendo quelle di s. Biagio pro- tettore del luogo e cimiterio,e dell'Assun- ta che la tradizione dice fondata da s. Pro- sdocimo discepolo di s. Pietro, poi 1 .° vescovo di Padova, stimata la 1. 'chiesa cattedrale di Sabina come più antica, per cui dopo l'odierna cattedrale godè il primato e precedenza anche ne'sinodi, per- chè fu la i." a ricevere il lume della fede dalla predicazione di s. Pietro in Sa- bina a mezzo del suo discepolo. Di questa tradizione Piazza produce le prove,dicen« do un mss, Farfense: «Il 1."vescovo di Sa- bina fu s. Lorenzo siro, che consagrò le 3 chiese fabbricate da s. Prosdocimo alla B. Vergine; la i. a in Curi, la2. a in Ponte Celio ora Ponticelli, la 3. a alla Villa o Orti Sallustiaui: rinunziato il vescovato, si ri- tirò a vita anacoretica, con santa Susan- na sua sorella". Sperandio produsse alcune iscrizioni di Ponticelli, e parla del convento francescano, di cui feci già menzio- ne. Nola Marocco, che il suo forte è di- ruto; che la suburbana chiesa di s. Maria del Colle, antica parrocchia, di forma go- tica, ha buoni affreschi. Che anticamente lo signoreggiò messer Lodovico di Giovanni da Canemorto, il quale nel i382 ne vendè una 6. a parte ad Antonio e Ja- copo di Cola di Buzio di Romanea, coi tenimenti, terre, rocca e vassalli; indi pas- sò agli Orsini e fu luogo di difesa per le fortissime mura castellane, con una sola porta guardata da un baluardo, tutto in cattivo stato; che ora appartiene ai Bar- berini di Sciarra. Cerdoraare poi fu castello delizioso dell'abbazia di Farfa, e divenne signoria de'marchesi Vincentiui di Rieti. Leggo in Marocco che Cerdomare è un vocabolo corrotto dall'antico Cerre- tani malum 3 à\ cui si hanno memorie nel Cartario Farfense del io6f , ed in altre si parla della chiesa di s. Cecilia, e di un castello o Rocca Salice, luoghi che non più esistono. Inoltre cou Guattani dice che la voce Cerretum potrebbe dirsi ori'
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