Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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3o8 S A L successore nel i475>,rinnovò l'omaggio del marchesato di Saluzzo al duca di Savoia Filiberto I, di cui era cognato, per avere sposato Giovanna sorella di sua moglie Bianca, figlie di Guglielmo marchese di Monferrato; ma quella non potendo so- stenere l'idea della dipendenza dalla sorella, ridestò gli antichi rancori tra le case di Savoia e di Saluzzo. Lodovico II vo- lendo sottrarsi dalla soggezione del cogna- to, ricercò l'appoggio di Carlo Vili re di Francia. Allora Carlo I successore di Fi- liberto I, alleatosi col duca di Milano, gli mosse guerra e prese Carmagnola. Il re die qualche aiuto al marchese per difen- dere Saluzzo,che fu investita nel febbraio 1 486 da Miolans maresciallo di Savoia. Il presidio fece prodigi di valore, ma dovette soccombere agli sforzi del nemico moK to piti numeroso, il quale s'im padroni della città. Parecchi tratti di patrio amore e d' un nobile coraggio resero segnalato quel memorabile assedio. Incendiati i sob- borghi, mancavano i viveri, avendo gli abitanti tutto sagrificato per la difesa. Le dame si privarono de'loro gioielli per soc- correre il popolo e prolungare la resisten- za. Dimenticando poi la delicatezza del loro sesso, divisero le fatiche co'soldati, lavorando giorno e notte a riparare le brecce, e vegliando alla custodia sulle mu- ra. Sì bella difesa procurò alla città ono- revole capitolazione, e la preservò dal sac- co. Ne furono resi a Dio solenni ringra- ziamenti, di cui la memoria si è perpe- tuata per un voto annuale de'saluzzesi, che si osservò fino agli ultimi tempi. Dopo la dedizione di Saluzzo, Miolans prese possesso di tutto il marchesato; non re- stando al marchese che le castella di Ver-- zol, Venasco e Revel; la marchesa si recò nell'ultima e la difese con rara intrepi- dezza. Carlo I tenne il marchesato 3 anni, e dopo la sua morte Lodovico II lo ricu- però; indi sposò in seconde nozze la già celebrata Margherita di Foix, ch'ebbe grande influenza sulla casa sovrana di Sa- luzzo, ed è accusata di averne accelerata SAL la caduta. Luigi XII re di Francia suo zio, nel i5o3 fu magnificamente ricevuto in Saluzzo, e creò Lodovico II generale degli eserciti francesi pel conquisto del regno di Napoli: l'abilità del marchese nei progressi che fece nel reame, destò gelo- sia ne'capi dell'esercito, e cagionò la perdita della battaglia di Garigliano; onde abbandonò il campo e si ritirò a Genova, ove morì nel i5o4,con fama di gran capitano, accorto politico, principe piissimo, mecenate de'lelterati, di cui uno lo era ancor lui, avendo fondato un'accademia nel suo palazzo, nella quale sovente reci- tava prose e versi, e fu autore d'alcune o- pere. Egli costruì una strada sottoalpina alle radici del monte Vesulo, e fece quanto narrai superiormente. Il famoso buco non lungi dalle Alpi di Crissolo, o galle» ria scavata nella rupe per la lunghezza di y5 metri, si attribuisce dagli uni ad An- nibale, e dagli altri a' sovrani del Delfi- nato, ma credesi con più di ragione aper- to verso il 1480 da Lodovico II, per age- volare le comunicazioni commerciali con Francia: altri lo dicono incominciato da suo padre,quindi da lui compito. Più volte si otturò, si riaprì anche nel 1 8 1 2, ma da ultimo trovavasi impraticabile. Il suddet- to Michele Antonio figlio de' precedenti coniugi,divenne signore del marchesalo,si distinse qual comandante franceseinltalia in diverse fazioni guerresche: accompagnò re Francesco I in Bologna al memorabile abboccamento con Leone X, e da questi ricevette particolari contrassegni di stima. Nella sua assenza gl'imperiali di Carlo V ne profittarono, occupando il marchesato diSaluzzo,dopo aver saccheggiato la cit- tà. Morto in Napoli nel i5ig per una fe- rita ricevuta sotto A versa, il cadavere tra- sportato in Roma fu sepolto come dissi in Araceli. Gli successe il fratello Giovan- ni Lodovico già abbate di Stalfarda, di Ca - sauova e Villaro, detenuto nel castello di Verzuolo,e liberato che fu si fece ricono- scere dai cittadini; d'ordine di Francia fu privato della successione del marchesato,
SAL tuttavia se ne impadronì, indi fallo prigione dogi' imperiali e loro aderenti, ten- tò inutilmente di ricuperare la signoria e fu rapito dai francesi. L'altro fratello Francesco, già capitano di Francia, ne occupò il luogo, ma passato al servizio di Carlo V, il re di Francia lo spogliò del marchesato, e restò ucciso da un colpo di cannone sotto Carmagnola, che assediava per ricuperare i diritti di cui era slato spo- gliato. Gabriele suo fratello, l'ultimo dei figli di Margherita di Foix, già vescovo d'Aire, fu investito del marchesa lo dal re di Francia; si maritò a Maddalena d'An- nebaud,e fatto prigione per volere di dello re, fu condotto nel castello di Pinero- lo, ove morì con sospetto di veleno. In tal guisa l'illustre casato di Saluzzo perde l'e- sercizio della sovranità, di cui avea godu- to per 4 secoli. Il re di Francia Enrico II prese possesso del marchesato, il quale avendo cessato d'essere feudo dell'ini pero, era devoluto al duca di Savoia, nel caso che i Saluzzo non avessero lasciato alcun legittimo erede: invece riunito a Francia, fu dichiarato feudo del Delfìnato. Laonde il duca Carlo Emmanuele I indirizzò più volte le sue domande adEnricoIII redi Francia, per essere posto in possesso di questa provincia. Se ne impadronì di viva forza nel 1 588, ed il marchesato dopo essere stato un lungo argomento di con- tesa tra'due sovrani, fu definitivamente ceduto col trattato di Lione al duca di Savoia da Enrico IV nel i6oi,in cambio della Eresse, del Bugey, del Valmorey e del paese di Gex. Sotto l'impero francese di Napoleone I, fu questa città capoluogo di sotto-prefettura nel dipartimento dello Stura, di cui fece parte la provincia di Sa- luzzo. Abbiamo \eMemorie storiche diplomatiche, appartenenti alla città ed aimar* chesi di Saluzzo, raccolte dall' avv. Del- fino Muletti s Saluzzo i833. Saluzzo, Salutìae, Salinae, era com- presa nella diocesi di Torino, e la chiesa era governata da un pievano e da vari sacerdoti. Il marchese Lodovico II otten* VOL. LX. S A L 3o 9 ne da Sisto IV nel 148 1 che fosse la chiesa principale della città eretta in collegia- ta, col privilegio alla indignila della mitra e della ferula. Ad istanza della marchesa di Foix, da Giulio II colla bolla Pro excellenti praeeminentia, de' 29 ottobre i5i i,che si legge nei Bull. Rom.t. 3, par, 3, p. 333, e nell'Ughelli, Italia sacra t. 1, p. 12 26, in Salutienles Episcopi, venneinnalzata alla dignità vescovile, esimen- dola dalla soggezione del metropolitano di Milano e dal vescovo di Torino, sotto- mettendola immediatamente alla s. Se- de. Alla nuova diocesi il Papa unì tutti que'luoghi ch'erano dipendenti dal marchese di Saluzzo, quali tolse dalle giuris- dizioni de' vescovi di Torino, Alba ed Asti, e nominò i.° vescovo il suo cugino Gio. Antonio della Rovere canonico Vaticano, quale nomina partecipòcol diploma Pro singularì, de'26 ottobre i5i 1, alla marchesa di Foix. Venne conservala questa diocesi nel i8o3 da Pio VII, ed ampliata di territorio e dichiarata suffraganea della metropolitana di Torino; indi nel 1 8 1 nella nuova circoscrizione dello stesso Papa fu ristretta agli antichi suoi limiti, me- nodelle terre che trovavansi ne'territorii d'Alba e Asti, che furono al loro vescovo assoggettate, e Saluzzo venne conservata suffraganea a Torino. Gio. Antonio nel i5i2 rinunziò il vescovato al fratelloSi- sto della Piovere, che fu al concilio generale di Laterano. Nel i5i6LeoneX nominò Giuliano Tornabene fiorentino,sno prelato domestico e prefetto di Castel s. Angelo, il quale celebrato il sinodo nel 1 519, come amante di vita più tranquil- la, nel i53o rinunziò la sede al nipote Alfonso Tornabene,indi traslato a Borgo s. Sepolcro, neh 546 gli successe Filippo Archinto di Milano celebre giurecousul- to: Paolo III lo spedì a Bologna per dar principio al concilio di Trento che ivi do- vea continuarsi, fu vicario di Roma di 4 Papi, e nel i556 venne trasferito a Mi- lano. Indi il nipote Cristoforo Archinto, che non consagralo morì. Nel 1 556 slesso 20 * 7
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