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do il vescovo d'Ostia che toccando a se
coronare (o consagrare) il Papa, di conseguenza
dovea fare il simile coli' impera-
tore; ed in contrario dicendo il cardinal
di Sabina, certa cosa essere,che all'inco-
ronazione degl' imperatori il vescovo di
Sabina sta sempre più vicino al Papa al
levare la corona, Clemente V pronunziò
che il vescovo di Sabina dovesse fa reta*
le ufficio, ed essere sopra gli altri (prerogativa
che dice Piazza avere il Papa
confermata nel concilio generale di Vien-
na, con precedenza nella funzione ai car-
dinali vescovi d'Ostia e di Albano, per-
chè avea coronato gl'imperatori Ottone
ed Enrico, senza dire quali): a seconda di
questa decisione nella pontificia lettera
egli è nominato in i.° luogo con titolo di
legalo della Sede apostolica , e gli altri
soltanto sonodetti nunzi della medesima.
£ perchè i fiorentini e altri capi guelfi
si studiavano d'impedire la consagrazio-
ned' Enrico VII, fautore de' ghibellini,
Clemente V fece il cardinal Faugier suo
legato in Toscana, Liguria, Lombardia
e Marca Trevigiana, e di altre provincie
per pacificar l'Italia e facilitar l'accesso
in Roma all'imperatore. Anche Speran-
dio sostiene l'antica prerogativa del ve-
scovo di Sabina, di coronare Y impera-
tore nell'assenza del Papa, a preferenza
di qualunque altro cardinale; diritto che
il vescovo di Sabina esercitò tante volte,
per cui quando ne fu mossa questione,
Clemente V stabilmente decise e risol-
vette a favore de' vescovi sabiuesi. Nel
1317 Giovanni XXII fece vescovo il car-
dinal Guglielmo Goditi domenicano, cui
nel 1 338 successe l'altro domenicano car-
dinal Matteo Orsinìj indi lo fu il cardi-
nal Pietro Gomez, morto nel 1 344 • A-
vignone, poscia il cardinalBertrandoZ?ew-
ciò, le cui costituzioni sinodali ricorda-
te, furono pubblicate da Nicola Zabare-
schi vescovo d'Ostia, suo vicario e vice-
domino. Neh 355 il cardinal Egidio Allornoz,
che splendidamente celebrai a
Roma e in tanti articoli, benemerito del-
SAB
la chiesa universale e della propria, come
della sovranità della s. Sede che ricuperò
dagl'invasori. Urbano V nel 1 368
creò vescovo il parente cardinal Guglielmo
d' Agrifoglio j indi nel 1369 o i3yo
vescovo il cardinal Filippo Cabasaolt
che Gregorio XI fece legato di Sabina e
altre provincie. Nel 1372 Giovanni Brognier
o Broniaco, dall'antipapa Clemen-
te VII fatto anticardinale, e perciò uè ri-
parlai tra' suoi pseudo-cardinali nel voi.
Ili, p. 1 1 5, riconosciuto per vero cardi -
naie nel concilio di Pisa. Gli successero,
dice Sperandio, Ugone del Monte delle
leggi, e Pietro di Sorteuago anticardina-
le di Clemente VII ; ma si deve ritene-
re il cardinale Ugo Montelungo eletto
vescovo di Sabiua da Gregorio XI e poi
seguace dello scisma di Clemente VII, il
quale creò nel 1 378 anticardinale edipoi
vescovo di Sabina Pietro de Sorlenac,di
cui parlai nel voi. Ili, p. 2 1 1 : se si legge-
ranno le citate biografie e luoghi, si po-
tranno un poco riordinare l'epoche di questi
3 ultimi vescovi, alquanto confuse. Di
più, con l'autorità di Cardella, nella bio-
grafia del cardinal Giovanni Blandiaco,
lo dissi fatto vescovo di Sabina nel i3y 1
da Gregorio XI. Il cardinal Filippo (VA-
lencon, che Bonifacio IX del 1 389 fece
vescovo, prima di Sabina e poi d'Ostia :
in questa lagrimevole epoca del grande
scisma d'occidenle,iucominciato nel 1 378
e terminalo nel pontificato di Martino V
del 1 4 1 7> bisogna tenerpresente, che tan-
to i Papi di Pioma, che gli antipapi d'A-
viguone, conferivano i medesimi vesco-
vati, per cui si trovano a un tempo due
vescovi; sembrano di fattoi nomiuatidai
Papi, di titolo gli eletti dagli antipapi. Ed
in fatti, anche Sperandio confessa la cou-
fusa successione de'vescovi; dichiara poi
falso Sol tenac , di cui furono successori
Giacomo d' Aragona, Bertrando di Canacoo
Cauhaco, e Giovanni Pianetini o
Flandi ini, tutti seguaci dello scisma. No-
terò che tutti e tre furono auticardinali
di Clemente VII, e perciò ne riportai le