Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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68 SAB bar di marzo e principio di aprile , si avanzaronoa presidiare i luoghi abbando- nati dai sollevati. Casaprota. Comune della diocesi di Poggio Mirteto, con territorio ferace in colle, con mediocri fabbricati, giace sulla cima d'una collina presso il fiumeFarfa,in salubre clima. Piazza ritiene cheil suo nome Domus Prothi 3 l'abbia presoda qualche famiglia che incominciò a fabbricare il castello, oche ne'primi tempi lo domi- nò, come avvenne ad altri luoghi di Sa- bina; ma solo si conosce che ne furono signori gli Orsini, i Savelli,da'quali ritoi*. nò alla camera apostolica, che come al- trove sotto Paolo V vi pose un governa- tore togato. Ecco le chiese che trovò Piaz- za: la parrocchiale di s. Domenico anti- chissima, consagrata nel 1 535, dice Sperandio che produsse le iscrizioni; s. Michele Arcangelo già parrocchia del comune, e con antichi sepolcri; s. Maria delle Grazie, pure del comune, di popolare divozione, presso la quale fu un convento carmelitano soppresso da Innocenzo X. Alle radici del colle vi è la chiesa di s. Maria della Croce con divotissima immagi- ne, ed ove vi fu un convento di france- scani conventuali. Castel Nuovo. Comune della diocesi di Poggio Mirteto, con territorio abbon- dante di frutti e altro, su di piacevole colle, con molti e belli fabbricati, fra'quali i palazzi Simonetti e Cherubini. Eranvi o. torri erette in tempo delle fazioni dai signorotti di altrettante ville, alcune delle quali furono demolite , e con borgo secondo Marocco. Questi narra, che vi sono artisti per tutte le cose necessarie, far- macie, scuola pubblica di scolopi, con eccellenti acque che sgorgano da 3 fonti. La chiesa arcipretale è sotto l'invocazione di s. Nicolò di Bari. E" tradizione, come narra Cilindri, che questo paese ori- ginasse da 3 famiglie convertite alla re- ligione nostra da un monaco benedettino di Farfa, da cui è lunge i miglia, che si recò a Gerusalemme, e di colà portan- SAB dolc seco, il Papa assegnò loro questo luogo perchè vi si fabbricassero le abitazio- ni. Abbiamo da Sperandio che in questo castello nacque il cav. Dario Virili, sepolto nella chiesa del monastero Farfen- se, e ne riporta la lapide; così del cardinal Luca Antonio Virili (F.) di questo luogo, e sepolto in tale chiesa ; però la medesima lapide Marocco riporta par- lando di Castel Nuovo, come esistente nella detta chiesa di s. Nicolò, dicendo essere col suo ritratto ben dipinto; d'altron- de Cardella ragionevolmente lo vuole de- posto in Roma , e nella chiesa della ss. Trinità al Monte Pincio. In queste diver- genti opinioni volli ricercare la verità, e trovai in Ciacconio, Vitae Pont, et Cardinalium t. 4» P- 582, che il fratello del cardinale, Pietro Cipriano Virili, gli e- resse un beli' elogio che riporta per intiero, nella chiesa della ss. Trinità al Mon- te Pincio; notando inoltre Ciacconio, che altro eguale elogio sepolcrale trovasi nella chiesa di s. Maria di Farfa. Tultavol- ta recatomi nella chiesa della ss. Trini- tà, non mi fu dato trovare la lapide let- ta in Ciacconio; né l'elegante avello, col busto del cardinale espresso in marmo, nel i.° pilastro situato al destro lato del medesimo tempio, secondo l'asserto del diligente e istruito Cardella. Avendone di ciò tenuto proposito colle religiose che al presente posseggono quella chiesa, mi fu narrato,che nelle politiche vicende furono distrutti diversi monumenti sepol- crali, e spezzate le sculture e le lapidi si perderono in frantumi. Laonde tal sinistra avventura sembra che toccasse pure al nobile sepolcro del cardinal Virili, ed almeno sono lieto di lasciarne qui la me- moria, dappoiché non potei rinvenirla ne' descrittori antichi e moderni delle chiede di Roma, non che di avere stabili - lo il vero luogo della deposizione del ca- davere del cardinale, reltiGcando le as- serzioni di Sperandio, e la lapide riprodotta da Marocco. Finalmente, avendo confrontato le tre lapidi , sono perfetta-
SAB mente in tutto eguali; si vede che ramo- roso fratello fece di tutto per non rendere peritura la ricordanza dell'amato germano, e nell'iscrizioni si dice ch'egli l'eresse. Inoltre Sperandio fa nato in Ca- stel Nuovo anche il cardinal Giuseppe SùnoneUi (f.). Frasso. Comune del la diocesi di Pog- gio Mirteto, con territorio in colle, sufficienti fabbricati, porzione de' quali cinti da mura,cou rocca diruta e borgo. E' posto alla destra de' monti s. Giovanni Se- vero, e Nero, poco distante e a sinistra del fi urne Farfa, presso il luogo ove nasce, evi si pescano trotte e altri buoni pesci. Piaz- za chiama ombroso questo castello, e che dall'abbondanza delle piante di frassi o frassini deve il suo nome; ne celebra le cartiere e altri opifìcii, e parla delle seguenti chiese: la Natività della B. Ver- gine parrocchia, s. Pietro in Vincoli del comune, s. Maria del Soccorso, alle quali Sperandio aggiunge la rurale di s. Maria Maddalena, e che il castello dopo varie vicende passò nel dominio de' Cesarmi. Mompeo. Comune della diocesi di Pog- gio Mirteto, in territorio montuoso e fer- lile,con sufficienti fabbricati e nobile palazzo baronale, posto sulla diradi deli- zioso moute,in clima elastico. Piazza narra che pe' suoi frutti squisiti, altre pro- duzioni, amenità e buone caccie, fu chiamalo Mompeo Giardino di Sabina.Daìie molte sue antichità rilevarsi che v'avessero ville i magnati romani, cometa villa Marsia di Fabio Massimo, e la villa di Pompeo Magno, che perciò convertendo il P in M il castello ne prese il nome, onde la comune nel suo sigillo usa l'epigrafe: Communita* Pompejana 3c\ò confermando alcune iscrizioni che riporta, ripetute prima da Sperandio e poi da Marocco. Calindri dice, che altri credono contri* buisse all'edificazione di Mompeo le ro- vine di R.egillo, che alcuni pongono nel suo territorio. Certo è che si trovano ve- stigie di magnifiche fabbriche, di bagni e di mausolei; negli scavi furono trovate SAB 69 lapidi, monete e altre anticaglie. Fu già feudo-degli Orsini e de'Capponi, indi per 4o,ooo scudi l'acquistarono i marchesi Naro romani, da' quali passò ai Patrizi. Il march. Bernardino Naro adornò ma- gnificamente il palazzo, anche con ispa- ziosa piazza, giardini e fontane. II Piaz- za celebra le benemerenze di questi ba- roni, col castello e colla popolazione, descrivendo le seguenti chiese, oltre il moute frumentario. Dice che non vi era in tutta Sabina, tranne la collegiata di Mon- te Rotondo, una chiesa parrocchiale più ampia, ne più. sontuosa, e così ben prov- vista di sagre suppellettili, quauto quella parrocchiale della Natività della B. Ver- gine, poiché dopo i restauri di Alessan- dro Orsini nel i56g, il march. Bernardino uè fece altri nel 1 663 da' fondamenti, ampliandola e ornandola; ne fu pure benefattore il march. Fabrizio, eziandio pel dono di ricchi reliquiari con insigni reliquie, e tra'5suoi altari, uno è padro nato de'medesimi marchesi Naro. In questa cappella, da essi nobilmente decorala, si venera il celebre ss. Crocefisso di antica divozione e assai miracoloso, di cui s'ignora l'artefice e la provenienza. Il ve- derlo muove a compunzione religiosa,per la mirabile fattura , e siccome spirante mestizia, pietà e venerazione. Apparte- neva alla chiesa di s. Nicolò ed al suo so- dalizio, quando il pio marchese Fabrizio Naro a'17 magg'101674 ne fece eseguire solenne e pomposa traslazione, pe'mira- coli che operava, nella detta cappella della chiesa arcipretale. Clemente X conces- se indulgenza plenaria in forma di giu- bileo. Il concorso fu innumerabile da tutta Sabina, e molta nobiltà vi si recò da Roma. Assistè alla funzione mg. r Genti- lucci suffragaueo di Sabina. Il ss. Croce- fisso fu portato su talamo sontuosamen- te guarnito, da 12 poveri vestiti di pan- no paonazzo, con sandali all'apostolica, sotto ricchissimo baldacchino. Si distri- buirono medaglie, immagini, doti alle zitelle e abbondanti limosiuc. La chiesa
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