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ploma Quia monasterio, che Lucenzi so»
spetta non vero. Lo stesso Papa nel 1099
colla bolla Singulàri semper, accordò al-
l' arcivescovo di Salerno il primato su
Conza e Acerenza yearumquesUjffraganeos
gereret. Questi e gli altri monumenti che
accennerò si leggono neh' Ughelli. Nel
1 100 Alfano con solenne rito ricevè ed
ospitò anche Pasquale li. Nel 1 121 di-
venne arcivescovo Romualdo salernitano
diacono cardinale di s. Maria in Via
Lata di Calisto II, non riportato da Car-
della, al quale Guglielmo principe di Sa-
lerno confermò i beni donati alla chiesa
Salernitana dai duchi Roberto ePviiggiero,ed
intervenne alla coronazione di Ruggiero
I in re,seguita in Palermo. Romualdo
fece un mirabile pavimento di musaico
nella metropolitana, e fu tumulato
in nobile deposito : a lui premorì Gio-
vanniGuarnasalernitano,ch'era suo coa-
diutore con futura successione. Sotto di
lui i principi di Salerno edificarono le
chiese di s. Maria, e de' ss. Eustachio e
Nicola, assegnando loro delle possessioni.
Innocenzo lì nel 1137 fece arcivescovo
Guglielmo di Ravenna dottissimo e caro
a re Ruggiero I; lodatissimo pastore, restaurò
ed ornò l'altare maggiore con mu-
saici, e vi pose due magnifici candelabri,
costruendo il re un altissimo e sontuoso
campanile; ed inoltre per premiare la fedeltà
dei salernitani nella guerra di Lotario
II, loro concesse privilegi. Nel 1 153
Romualdo Guaina salernitano, dotto e
prudente, trattò la pace tra il re Guglielmo
I. e Adriano IV Papa : a suo tempo
fu edificata la chiesa e il monastero di s.
Cataldo di Campagna; perdi lui istanza
il re e la regina Margherita donarono alla
metropolitana il castello diMonteCor-
vino. Neil i65 con grande onore ricevè
Papa Alessandro III, venerato eziandio
dal popolo, e neli 166 coronò in Palermo
re Guglielmo II, pel quale fu al con-
gresso di pace coti Federico I imperato-
re e il Papa, che lo fece sedere alla sua
sinistra sopra i diaconi cardinali (l'amia-
SAL
lista Rinaldi dice neh 177 e in Venezia)
egli concesse insieme a'successoridi farsi
precedere dalla croce in Salerno et totani
suam parochiam. Curò il ricupero dei
beni di sua chiesa e ne difese le ragioni:
ne'documenti si parla de'canonici cardi-
nali della metropolitana di Salerno, nei
coro della quale l'arcivescovo vi fece eseguire
eleganti opere marmoree e di musaico,
e fu sepolto nella chiesa di s. Gre-
gorio da lui edificata fuori della città, dopo
essere intervenuto al concilio di La-
terano di Alessandro III, dal quale rice-
vè diverse decretali. Il capitolo con piena
concordia nel 1 1 8 1 elesse successore a
Guarnailsalernitano Nicola figlio diMat-
teo cancelliere del re, dotto, pio e virtuoso,
lodatissimo.Cousagrò la chiesa diMou-
te Vergine, ed il padre fabbricò pe' po-
veri e pellegrini l'ospedale contiguo alla
chiesa di s. Giovanni, donando quella di
s. Maria pur da lui fondata: egualmente
nel suo arcivescovato fu eretta da un Gio-
vanni salernitano la chiesa di s. Leonardo
sul monte Liciniano, cui i salernitani
aggiunsero il monastero pei cisterciensi:
questa abbazia fu poi secolarizzata, di-
chiarata commenda, e da Sisto V attri-
buita alla cappella del Presepio nella patriarcale
Chiesa di s. Maria Maggiore
di Roma. L'arcivescovo col fratello Ric-
cardo conte d'A jello, aumentarono le di-
minuite rendite ecclesiastiche, con dona-
zioni che confermò l' imperatore Fede-
rico II. Prima di questa conferma, avendo
occupato il regno il di lui padre En-
rico VI, ed estinta la successione de'nor-
manni,fece condurre in Germania in du-
ro carcere l'arcivescovo col fratello, e al-
tri vescovi, che poi liberò Filippo di Sve*
via fratello dell'imperatore, per le istan-
ze di Celestino III, Innocenzo III e di al-
cuni vescovi tedeschi. In questa assenza
i secolari profittarono de'benefizi ecclesiastici,
e Nicola morì nel 1220. Dopo 5
anni di sede vacante, nel 122 5 daFamagosta
Onorio III vi traslalò Cesareo de A-
lagno nobile d'Amalfi, letterato e probo.