Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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168 SAG viscere agli dei; e la 4- a Utatio, allorché il sagrifizio era interamente consumato senz' alcun inconveniente. Tra' pubblici sagrifizi alcuni chiama vansi stata, cioè stabili, immobili, che facevansi tutti gli anni nello stesso giorno; ed altri indicia, perchè venivano fuori dell'ordinario or- dinati, per qualche occasione importan- te e impensata. I sagrifizi fatti agli dei in rigore erano differenti da quelli fatti agli eroi detti inferie, dicendosi /«/èri-quel li ai quali si sagiifìcava in quel modo; pa- re che il vocabolo si prendesse da indu- co, infero, dall'immissione del sagrifizio, e particolarmente del sangue e del vino ne' Sepolcri (F.) sopra le ceneri per alcuni forami apposta lasciati dell'eroe. Al- tri sagrifizi furono fatti avanti i giuochi, alle immagini e templi degli dei, anche ne'circhi e teatri che perciò si adorna va ìiOjCioè in que'templi ambulanti,cheivi si erigevano colsimulacro di quel dio o imperatore a cui si faceva il giuoco eia festa. L'idea poi de'sagrifizi espiatorii non può essere disgiunta dall'idea quasi innata e radicata presso tutti i filosofi, che vi fosse un luogo stabilito dalla divinità, onde punire temporalmente quelle anime che fossero meritevoli di purgazione : allora succede l'altra idea, che l'espiazioni come una specie di surrogazione delle opere meritorie, abbreviar possano il tempo della pena e plachino la divinità. Da questi principii nacque il pio desiderio che si facessero espiazioni dopo la morte per placare la divinità ed attenuare la pena: ciascuno si raccomandava a'suoi per non essere dimenticato. V. Inferno, Limbo, PuRGATORio,PARADiso,neI quale artico- lo parlo de'favolosi Campi Elisi de' pagani. La dea della espiazione Libitina,ed i ministri e direttori di queste espiazioni erano alcuni sacerdoti detti libitinari o prefetti delle pompe,e si ritenevano uo- mini di fede pubblica. L'espiazioni erano di generi diversi, cioè delle lagrime, della musica, delle nenie, delle scopiglie, della lustrazione, dell' inferie con villi- SAG me e senza, de'commeslibili, degli abbi- gliamenti, dell'elemosine, de'tesori, delle ferie, giuochi funebri e anniversari: di tutte feci parola a Funerale, a Giuochi, a Feste, a Ferie e altri articoli relativi. Ne fa d'ognuna la descrizione, insieme ai sagrifizi espiatorii degli ebrei e cle'cristiani, l'avv.° Martinetti, Economia par. 2. a p. 172 e seg., Delle oblazioni e sagrifizi espiaiorii. De'sagrifizi idolatrici e loro ceremonie ho parlato ne'luoghi analoghi, anche pe'tempi in cui celebravansi, come a' citati articoli ed a Mese, o perchè dierono 01 iginead alcune delle nostre feste, sollazzi o usi. Vi fu il costume di fa- re il sagrifizio con una scarpa sola nel pie- de, come fece Didone prima di morire, presso Virgilio. Questo era un segno sen- sibile di quella spirituale operazione, come superstiziosamente credevano i gen- tili, che si faceva d'intorno all'anima, la quale legata oda'vincoli d'alcun delitto, o da qualche voto, veniva allora per via di quelle ceremonie a disciogliersi.Del sagrifizio o atto di religione che i romani chiamavano devotio, ve n' erano di più sorte : gli uni particolari, cioè quelli dei guerrieri chesi sacrifica vano per l'armata o perla repubblica, alcuni esempi dei quali riportai a Roma. I pubblici erano proclamati dal dittatore o dal console alla testa dell'armata: Macrobio ci conser- vò la formola delle esecrazioni chesi pronunziavano contro i nemici. Quando il generale che si era votato periva, essendo compito il suo voto, gli si rendevano gli ultimi onori con pompa. Se soprav- viveva, le esecrazioni che avea pronun- ziato contro se stesso, lo rendevano in- capace d'offrire alcun sagrifizio agli dei ; per purificarsi dovea consagrare le sue armi a Vulcano o ad altra deità. Le Lu- strazioni (Z 7 .) erano altri sagrifizi di e- spiazione, tanto presso gli ebrei, che i pagani. A Sacerdozio nominai gli dei ado- rali dagli antichi romani. Anche le leggi consagravano i colpevoli alla morte: tale era quella che fece Romolo coatro i pa< ,
SAG troni o Protettori (F.)c\\e avessero man- cato di assistere a'ioro clienti; allorché il colpevole era pubblicamente consagrato alla morte, chiunque avea diritto di ucciderlo. L'adulazione, a tempo d'Augu- sto, introdusse in Roma un nuovo genere di sagrifizio, e ad imitazione de'barbari Pacuvio ne diede il i.° esempio, e si sa- grificò per ubbidire agli ordini del principe: questo crudele esempio trovò fana- tici imitatori. Abbiamo dalla mitologia celtica, che i druidi de'galli in tempo di peste iuducevano un uomo a sagrifìcarsi volontariamente per la pubblica salvez- za, facendogli credere che oltre la cessa- zione del morbo fa tale, sì generoso sagrifizio gli assicurerebbe un posto fra gli dei; quindi ben nudrito, coronato di fiori, e caricato di Maledizioni (f r .) % veniva pre- cipitato dall'alto di una rupe, o inchio- dato a un albero o bruciato: le persone distinte che si sagrificavano perla patria erano lapidate. De' due Deci padre e fi- glio, che si sagrificarono agli dei infernali, a gloria di Roma e per impetrare la vittoria ai romani, sopra i latini e alle sponde del fiumeVescri il i ,°; sopra i galli e sanniti nell'agro di Seutino il 2.°; parlai a Roma (ove pure dissi come M. Curzio si gittò nella voragine del Foro Romano, per la salute di Roma), ed a Sassofer- rato. Ne imitò poi l'esempio il nipote dei Deci, nella guerra di Pirro e di Taran- to. Simili portentose ed espiatorie azioni erano seguite immancabilmente dalla vittoria; imperocché i soldati furentemente si anima vano, e divenivano tanti valorosi eroi, vedendo il loro generale che dopo avere invocato gli dei, precipitosamente si giltava ove la mischia era più folla, cercandovi la morte, acciò le furie infernali traessero i nemici al loro fatale destino. Tuttociò si faceva accompagnare dal rito del pontefice e dalle Maledizioni (^.), che in uno al sagrificanle imprecava contro i nemici, nel pronunziarsi il ter- ribile voto del sagrificio di se stesso per la salute e trionfo dell'esercito e del pò* SAG 1 69 polo romano. Diceva quello che si sagri- fìeava, di mandare innanzi e condur seco lo spavento al nemico e la sua fuga; la uccisione, il sangue, la strage, e l'ira degli dei celesti, terrestri e infernali ; maledicendo le insegne e le armi de'nemici, e di- chiarando che il campo v'essi erano fosse la propria distruzione. Di questi barbari fanatismi sono piene le mitologie indiane e di altri popoli ciechi. In molli articoli de- scrivendo i costumi e religione delle na- zioni, parlando de'loro sacrifizi dissi pure delle vittime umane, delle quali trattarono : Jacopo Geusii, Victimae humanae } complexae modos 3 caeremonias, et tempora, quibus olim homines Diis suis immolabant) et hiunanum sanguinem li- babant, Groningae 1675. Val. Gneising, De irnmolatione liberorum Molochofacto,Wiltebergaei678. Christ. Sam. Zie- gra, Dissertaliones de crudelissima liberorum irnmolatione Molochofacta, Wit- tebergae 1 684- Christ. Nùyev,Diss. de ho> minibus piacularibus, in Thes. Theolog., t. 2, p. 3 12. Joh. D. Kieslingii, Dissert. de sacris Bellonae cruenlis, inter Baali- tas cofispicicisj Lipsiae [716. Joh. Christ. Wichmanshausen, Diss. de abominando Mo abi sacrificioi, Wittebergaei 7 16. Da- vid L.yDiss. de sacrisMoloch t kbo^Q 1 698. De' sagrifizi de' pagani trattò Giovanni Sauberte. A Lassi parlai de'cristiani che ritornarono all'idolatria nellepersecuzio- ni, fra' quali i turificati ed i sagrifìcati per aver offerto incenso e culto agl'idoli ; sagrifizi. SAGRIPANTI o SACRIPANTI, Giu- seppe, Cardina le. NohWe diNarni,ove nacque a' 19 marzo 1642, mostrò per tempo singolare inclinazione alle lettere, onde a meglio appagarla si portò a Roma, ov'eb- be tutto l'agio d'applicarsi agli studi, e con impegno a quelli di giurisprudenza, presso il prelato Girolamo Priuli uditore di rota, passato il quale all'altra vita, co- minciò a patrocinare le cause nel foro, in che si acquistò tanta fama e riputazione che venne riguardato come uno de' più,
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