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gno d'ogni ora canonica; deve custodi-
re gli Utensili sagri (V.) della chiesa e
degli altari, deve estinguere i lumi e ac-
cenderli, deve tenere in pronto in ogni
tempo il Pane ed il Fino (F~.) pel Sa*
grifizio (V.) della s. Messa, deve ripartire
le Oblazioni (J^^Xe elemosine e le Decime(P
r
.) a chi spetta. L'arcidiacono,!'^/'-
ciprete (/^ed il custode debbono sem-
pre fra di loro stare uniti, andar d'accordo
e vicendevolmente prestarsi al bene
della chiesa, come raccomanda il concilio
di Toledo, chiamandoli le colonne della
chiesa. Acciò resti eseguito quautosi pre-
seri ve rapporto al custode,ch'è anche aiu-
to del sagrista, dee star sempre nella chiesa,
e per questo dicesi anche Mansiona-
r/o(/^.)."Diconsi mansionari lutti quelli
che dichiarai a talearticoIo,e Vermiglioli
dice di quelli che custodiscono i luoghi
santi di Gerusalemme e Betlemme (F.).
Nardi, Deparrochi t. i , p. 1 34 e 496,
parla del canonico sagrista, e lo dice cu-
stode del ss. Sagramento dell'altare:, del
Fonte battesimale 3 di tutti i sagri Olii
(F.) y e specialmente di quello per gl'in-
fermi, gli altari, le reliquie de'santi ec,
come può vedersi nel Ceremoniale de 9
ve-
scovi lib. i,cap.6. Che sono leggi vigenti
e di una antichità la più alta, ed è debito
di coscienza il mantenerle. Il canonico
sagrista che custodiva gli olii sacri, quando
infermava gravemente il vescovo, se
non v'era il vescovo viciniore che gli das-
se l'estrema unzione,come volevano i ca-
noni, toccava e tocca al canonico sagre-
stano maggiore, che sembra avesse an-
ticamente questo dovere, benché sieno in
buon numero i mouumenti che provano,
che toccava al capitolo in corpo, come
tocca al medesimo amministrare i sagra-
menti al vescovo inoliente, cioè il Viatico
e l'estrema unzione: il i.° tocca alla prima
dignità con tutto il capitolo;la 2. a
tooca
al sagrista secondo gli antichi cereraoniali
anche a stampa (dice che al Papa
la dà il Penitenziere maggiorerà sta in
fallo die la conferisce il vescovo Sagri*
SAG
sta t V.): secondo poi l'odierno Ceremo-
niale de' vescovi lib. 2, cap. 38, §4, si ri-
leva che non solo il vescovo è in libertà
di assumere chi vuole, cioè il canonico
sagrista o il curato; ma vedesi anche più
chiaro che l'uffizio è del sagrista, e che vi
si nomina il parroco forse pel caso che
non vi fosse il i.°,o piuttosto per mostra-
re che il vescovo sceglie chi vuole. Aggiun-
ge Nardi, che gli olii santi , i preti ogni
anno li ricevono dalle mani del canonico
sagrista o dell'arcidiacono.
Nel voi. LIf, p. 21 5, parlando del ca-
pitolo della cattedrale di Parma, riportai
il tìtolo di 3 opuscoli co'quali i canonici
primicerio e sagrista sostengono di essere
dignità maggiori,ed il capitolo contrasta
loro tale qualifica: darò un semplicissimo
cenno delle diverse opinioni e ragioni. So-
stengono il primicerio e sagrista. Iu tutte
le cattedrali ove esistono le due cariche
del primicerio e del sagrista sono sempre
considerate dignità. A Torino, a Vercel-
li, a Cremona, a Reggio il sagrista, che
chiamasi anche Tesoriere (/"'.), cimiliar-
ca, ec. è collocato fra le dignità; nell'in-
signe basilica di s. Nicolò di Bari di tal
città, il re di Napoli copriva un tempo
questa dignità. Nelle cattedrali di Salisbury
e di Londra, prima e dopo la pre-
tesa riforma, il sagrista è annoverato fra
le dignità, anzi il sagrista del Papa è sempre
un vescovo. I canonisti annoverano
sempre il primicerio e il sagrista fra le
dignità delle cattedrali : quelle di Parma
sono due dignità maggiori antichissime
ed esistenti sino dal secolo X. I pri-
vilegi eh 'esse godono sono comuni alle al-
tre dignità e canonici. Sostiene il capito-
lo. Dopo avere dichiarato cosa era anti-
camente il Primicerio (V.), dice che il
sagrista non si deve confondere col teso-
riere, ma bensì per un momento si cangi
in quello del custode, giacché non furono
le stesse incombenze a questo ed al
tesoriere assegnate : che le sostenute dal
sagrista di Parma, sono quelle del custo-
de della cattedrale e suoi arredi con re-