Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 60.pdf - Bibliotheca ...

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la pure diFideue, Nomento, Crustume-
rio, Cenino, Carnei ia,MedulIia,Collazia,
Corniculo, Ficulea, Ameriola, Antemna.
Dopo aver Sperandio trattato delle più
antiche e dirute città che i sabinesi occuparono
a'iatini, passa a parlare di quel-
le che conquistarono prima e dopo la pre-
sa di Lista agli aborigeni. Siccome scrive
Dionigi, che tali città erano distanti da
Roma una giornata circa e poco lungi da
Rieti 9 ove ne riportai con Dionigi le di-
stanze da tal città, sembra a Sperandio
potersi sostenere, che Vesbula fosseov'è
Nespolo, anco per somiglianza del nome;
Orvinio, in Canemorto; Bazia o Vazia o
Varia, in Belnioute; Trebula Suffenate,
in Rocca Sinibalda, piuttosto che in Moli-
torio Romano (di cui a Tivoli); Mefila,
in Scandi iglia. A poca distanza da questa
sulle falde del Monte Calvo era un Foro,
oggi detto Massacci e anche Yiconovo :
ivi è una chiesa dis.Mariadi Colori, anticamente
di Viconovo, e forse ivi era Numadia,
non Numanzia di mg. r Marini che
prese per Nomento nelle Memorie di s.
Barbara. In Sabina, oltre la mentovata,
fu altra Trebula Mutusca, un miglio da
Monte Leone. 11 paese sabino per qualche
tempo si distese nelle città compre-
se fino al fiume Pescara e di là fino a
Norcia (^.), e seguendola direzione del-
la Nera il terreno compreso tra quel fiume
e dai monti A pennini e Marsi. Sono
più note le città di Furconio, Amiterno,
Olricoli{V.)> Palazzo,e Cutilia della qua-
le parlai a Rieti, come di altre citlà dei
sabini. Testrina 3 miglia d'Amiterno, poi
Forulo, che servi ad accrescere la prossima
Civita Tommasa, tenuta per una
delle più antiche citlà de'sabini, e diver-
se altre.
Le ricordate città, più o meno a misura
dell'età loro, erano in Sabina quando
questa si unì a Roma. Se per tale avvenimento
si aumentò la fama de' sabini,
l'unione portò di conseguenza il diroccamento
di molte città sabine , distrutte
da'comuni nemici de' collegati, o perchè
SAB
disprezzate dagli antichi abitanti come
non più c.onfacenti alla loro nuova gran-
dezza, le abbandonarono alla desolazio-
ne, provvedendosi di altre più deliziose
e più magnifiche abitazioni. Le ville sono
queste, di cui ben presto si videriem-
pito il suolo sabino, e nellequali per l'u-
nita potenza nulla più avendo a temere
all'intorno, all' aperta campagna si deli-
ziavano o tutto o gran parte almeno del-
l'anno. Come seguì questa unione, la nar-
rai a Roma e relativi articoli, dicendo che
scarseggiando la nascente R.oma di don-
ne, e Romolo i .° re di essa non avendole
potute ottenere per la necessaria propagazione
dai popoli confinanti, ricorse cou
astuzia a mezzi violenti. Volendo celebra-
re de'giuochi in onore di Nettuno, invitò
ad assistervi le popolazioni circostanti, le
quali, massime di Sabina come più vici-
na, anche per curiosità di veder la nuova
città, in gran numero vi si recarono colle
mogli e figlie, venendo accolte con dimostrazioni
amichevoli e distinte. Mentre
tutti erano intenti a godere dello spet-
tacolo, la gioventù romana piombò sulle
donzelle straniere e le rapì (in numero
di 683, scrisse Dionigi). I sabini desola-
ti, doverono piangere la perdita di cir-
ca 700 donne, fra le quali la bellissima
Ersilia fu riservata per moglie di Romo-
lo, ed altra avveneute fu destinata sposa
a Talassio giovine d'una delle principali
famiglie romane,doude quello che i greci
negli sponsali chiamavano Imeneo a pre-
siederli, Talassione fu detto poi dai ro-
mani, ed i giuochi Neltunali pel clamoroso
avvenimento furono indi denomina-
ti sabini. Pieni di rancore e anelanti ven-
detta, i traditi padri e parenti delle ra-
pile donne si prepararono con alleanze
a sterminatrice guerra. Invece i romani
non trascurando i preparativi di difesa,
usarono i più acconci modi per calmare
l'animo delle rapite vergini, se ne pro-
curarono l'affetto e ne adottarono i co-
stumi e i riti per meglio appagarle. Im-
pazienti i vicini antemuiati,ceninesie cru-