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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ... - agregat

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Human Rights Nights, Cineteca di Bologna<br />

Intervista ad Andrea Morini, direttore del Lumiére.<br />

Alla Cineteca si usano i sottotitoli o l’interpretazione?<br />

I sottotitoli, prima avevamo la simultanea, ma l’abbiamo abbandonata.<br />

Perché?<br />

A mio avviso, anche se poi io raccoglievo le opinioni del pubblico, era troppo<br />

invasiva. C'era una voce straniante all'orecchio, che mi disturbava. E poi, da che mondo è<br />

mondo, mi verrebbe da dire, nei festival si usa il sottotitolo, per tradurre un film, e non una<br />

traduzione simultanea, proprio perché il sottotitolo è più asettico, è più neutro, si può<br />

leggere o non leggere. La traduzione invece la devi avere all'orecchio, e necessariamente la<br />

traduzione finisce per sovrapporsi in quanto voce al dialogo del film. E poi c'è anche il<br />

rischio nella traduzione simultanea che l'interprete in tempo reale non riesca a sintetizzare<br />

bene e a rendere l'essenziale. Magari nella foga del proprio intervento può essere portato a<br />

tradurre tutto, invece a volte è importante saper asciugare il dialogo, riconducendolo<br />

all'essenzialità, proprio per ridurre al minimo l'intervento su un film. Tutte cose che<br />

richiedono una mediazione temporale, cioè un attimo di meditazione, tutte cose che non<br />

riescono forse essere applicate all'istante, per come invece la traduzione dovrebbe<br />

procedere. Quindi ci sono due ordini di problemi. Un primo ordine di carattere invasivo,<br />

questa voce estranea, e un secondo problema, legato al fatto che l'immediatezza della<br />

traduzione non consente di asciugare e quindi di restituire al meglio una traduzione nella<br />

forma sintetica.<br />

E quindi il sottotitolo è diventata la prassi insomma. Poi ci sono problemi di altro tipo<br />

nel sottotitolaggio, perché occorre comunque ricevere il materiale prima per confrontarlo,<br />

con la versione finale. Ci sono sempre delle differenze, e poi occorre fare un lavoro di<br />

scrittura che sia in grado di rispettare il rapporto che il pubblico ha col film. Il sottotitolo<br />

non deve sovrapporsi a questo rapporto, ma dovrebbe mettersi a fianco, cioè lo spettatore<br />

dovrebbe poter fruire naturalmente del film, l'ideale è che lo spettatore fruisca del film senza<br />

una presenza disturbante. Quindi il sottotitolo deve essere discreto e non invasivo. Deve<br />

suggerire e non imporre, deve essere consultato a partire da un'esigenza dello spettatore e<br />

non imporsi esso stesso all'attenzione come elemento primario.<br />

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