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Capitolo I Tradurre il cinema 16
speed of the person to be subtitled (Time factor).
(Gottlieb, 1997: 73)
Nel caso dei sottotitoli per il cinema, si ritiene che possano restare sullo
schermo per un lasso di tempo inferiore rispetto a quelli per la TV, essendo proiettati
su un grande schermo, risultano maggiormente leggibili. Occorre precisare però, che
le norme di permanenza variano a seconda del pubblico, in quanto un pubblico
giovane o avvezzo alle versioni sottotitolate necessita di minor tempo per completare
la lettura dei sottotitoli.
Ad ogni modo, si suggerisce di rispettare una media di 2 secondi per ogni riga,
e di attenersi alla cosiddetta “regola di discrezione”(Becquemont, 1996: 146)
secondo la quale non si devono superare le due righe di testo, che sono da ritenersi
preferibili in quanto, come scrive Rundle (2000: 173), i sottotitoli concentrati in due
righe, quindi in verticale, invece che disposti su di una sola, consentono di passare
più facilmente dall'immagine al testo e viceversa. Questo vale per i sottotitoli
proiettati in un pannello al di sotto dello schermo; se il sottotitolo è stampato su
pellicola invece, a volte può ritenersi preferibile usare una riga sola, per non
interferire troppo con l’immagine, soprattutto in corrispondenza con i primi piani
degli attori. Per quanto riguarda la lunghezza del sottotitolo, è buona norma
mantenersi fra i 30 e i 40 caratteri per riga. Va detto comunque che non esistono
rigide norme per la presentazione dei sottotitoli e comunque non sono condivise da
tutti, ci si affida alle consuetudini e a prassi ormai consolidate, che però possono
cambiare a seconda che il materiale audiovisivo debba essere presentato ad un
festival cinematografico, in rassegne circuitanti, in televisione o sotto forma di
presentazione aziendale. 6
6 Per ulteriori considerazioni su tale tecnica si rimanda al terzo capitolo, in cui analizzeremo da
vicino il processo di sottotitolaggio in occasione del lavoro svolto come sottotitolatrice all’interno di
Human Rights Nights Film Festival.