ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ... - agregat
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Capitolo I Tradurre il cinema 24<br />
meno vincolati a considerazioni di carattere commerciale, in cui la ragione del<br />
denaro dovrebbe piegarsi a quella dell’arte, come vengono operate certe scelte?<br />
Nel momento in cui si vuole tutelare l’arte/l’integrità artistica di un’opera si è<br />
consapevoli dell’importanza che ha la traduzione dell’opera stessa, a prescindere dal<br />
sistema utilizzato? E riguardo a questo, si opta per una tecnica piuttosto che l’altra,<br />
in modo consapevole, perché si ritiene che una forma sia più appropriata di un’altra,<br />
è qualcosa su cui si riflette, o avviene in modo casuale o per considerazioni di altra<br />
natura?<br />
E ancora, il festival, che dà voce a chi –autore, paese, cinematografia-<br />
normalmente non ha voce, è consapevole del valore della lingua come strumento di<br />
diffusione di un’altra cultura? E nel compiere determinate scelte, c’è la<br />
consapevolezza di gestire un film di un’altra cultura, che parla un’altra lingua, e che<br />
questo può rappresentare un valore importante, soprattutto laddove c’è un pubblico<br />
presumibilmente ricettivo di fronte alle altre culture, che non si accontenta del<br />
cinema di evasione e cerca nell’esperienza cinematografica anche un arricchimento<br />
culturale?<br />
Questi sono solo alcuni dei punti che tocca la nostra ricerca: con la presente<br />
tesi si cerca di indagare su quali siano i criteri, quanta la consapevolezza, dietro la<br />
scelta di un sistema di trasposizione linguistica piuttosto che un altro. E lo si fa là<br />
dove l’arte è più protetta, dove gli interessi in gioco sono forse di altra natura, in un<br />
contesto, il film festival, in cui, come abbiamo detto, ci si aspetta di vedere le ragioni<br />
commerciali piegate alla tutela dell’espressione artistica, e dove non sono le grandi<br />
case distributrici a decidere, e l’unico obiettivo sembra essere quello di comunicare<br />
arte, e cultura.<br />
In un contesto in cui, essendoci meno condizionamenti e meno figure intorno<br />
ad un film, è più facile risalire al processo a monte, al momento e al perché di una<br />
decisione in un senso o nell’altro, un luogo insomma, in cui “la stanza degli inquilini<br />
è meno affollata” (Galassi, 2000: 204).<br />
Questi sono solo alcuni dei punti che affronteremo nel prossimo capitolo, in<br />
cui si cercherà di capire, attraverso le interviste fatte ai direttori di alcuni film<br />
festival, in che modo viene gestita la traduzione all’interno di questi eventi.