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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ... - agregat

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espressive?<br />

D: La punteggiatura segue le regole della lingua scritta o è dettata dalle necessità<br />

R: Secondo me non segue le regole della lingua scritta ma l’armonia fra immagine e<br />

dialogo per cui il punto e virgola nei sottotitoli non si usano, non ha senso. I due punti si<br />

possono mettere perché sono espressivi. Vanno bene anche la virgola, il punto, il punto<br />

esclamativo. Io insisto che il punto non va bene in mezzo al sottotitolo perché fa perdere<br />

tempo di lettura. L’occhio si ferma in quel punto, ovviamente. Se è possibile metto una<br />

virgola, se sono concetti diversi li separo, la prima riga ha il punto e poi comincia la<br />

seconda. Spesso succede una cosa fastidiosa, anche se non conosci la lingua noti<br />

l’intonazione interrogativa del parlante mentre la frase nel sottotitolo è rigirata è resa<br />

positiva oppure l’interrogativo è utilizzato per una frase senza intonazione interrogativa.<br />

L’intonazione deve sempre corrispondere<br />

D: Per le domande retoriche si possono adoperare punto esclamativo e<br />

interrogativo insieme?<br />

R : E’ raro, si evita perché appesantisce ed occupa uno spazio in più e si rischia di<br />

occupare tre righe. Secondo me la punteggiatura è molto funzionale alla comprensione del<br />

dialogo. Serve più per facilitare la lettura che per seguire le regole grammaticali. Spesso gli<br />

avverbi si evitano perché allungano. Bisogna evitare di condensare le frasi a tutti i costi<br />

perché in un certo senso se si riassume troppo si modifica il tipo di linguaggio, si fanno<br />

quelli che io chiamo i ‘pensierini’, come quelli dei bambini, troppo riassunti. Bisogna<br />

riassumere salvaguardando il linguaggio, il modo di parlare<br />

D: I sottotitoli vengono preparati pensando al pubblico a cui si rivolgeranno?<br />

R: No. Anche se recentemente Raisat ha chiesto di allungare il tempo di lettura e di<br />

farli più concisi dal momento che il sottotitolo è rifiutato per principio. La gente,<br />

specialmente in televisione, vuole il doppiato. E a Raisat preferiscono sottotitolare sia per<br />

una questione culturale che per i costi ridotti. I pubblicitari lamentavano uno scarso<br />

gradimento da parte del pubblico e allora hanno richiesto che i titoli fossero più lenti e<br />

accessibili. Comunque in genere il committente, se si fa un lavoro leggibile, ben fatto, non<br />

fa altre richieste. Raisat aveva ragione perché certi sottotitoli erano illeggibili, erano molto<br />

veloci e non adattati né riassunti per cui erano la trascrizione di quello che veniva detto e in<br />

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