ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ... - agregat

Conclusioni 90
non sottovalutato, e che altrettanto sottovalutato fosse ciò che c’è dietro una
traduzione.
Queste interviste non hanno dato solo a noi la possibilità di capire quali sono le
esigenze e le motivazioni, anche profonde, di chi, in futuro, potrebbe essere nostro
datore di lavoro, atteggiamento che può rivelarsi ottimo strumento per sapere come e
a chi proporre la nostra professionalità, ma hanno rappresentato un momento di
scambio e di riflessione anche per loro, che, perché non linguisti, perché presi da
mille impegni relativi all’organizzazione e alla gestione di un festival, non è detto
che si fermino a riflettere sulla natura e l’importanza della traduzione nel loro
ambito, che pur dovrebbe interessarli, visto che ci convivono.
Noi sicuramente abbiamo imparato dalle loro risposte perché, per quanto come
abbiamo detto non siano linguisti, per quanto alcuni giudizi possano far sorridere o
storcere il naso, sono comunque le risposte di chi usufruisce del nostro servizio, sia
come struttura che organizza il festival per cui siamo chiamati a tradurre, sia come
spettatori, essendo anche i direttori del film festival i primi “consumatori” e
spettatori del film tradotto.
Ma, se il loro punto di vista può essere utile per noi, lo è, e lo è stato, anche il
nostro per loro: essere lì presenti con le nostre domande, che testimoniano l’interesse
non solo verso la loro opinione, ma verso ciò che andiamo a tradurre, ha reso più
visibile la nostra figura, la nostra formazione, rendendo in questo modo più visibile il
delicato processo che c'è dietro la traduzione, e i molteplici fattori che
contribuiscono ad una buona traduzione, aspetti che possono apparire scontati agli
occhi di un traduttore, ma non lo sono agli occhi altrui.
Anche quando abbiamo riscontrato una certa mancanza di conoscenza della
nostra figura professionale, c’e sempre stata, questo è importante, una forte
attenzione, un desiderio di sopperire a questa mancanza di informazioni, al punto che
ci è stato chiesto più volte di ricevere sia i dati di questa ricerca, sia quelli relativi al
progetto del prof. Rundle, sia, in generale, le pubblicazioni della nostra scuola
relative alla materia. Siamo stati invitati da tutti, e in particolare dal direttore di
Schermi d’Amore, a “fare pubblicistica, perché non c’è abbastanza pubblicistica su
queste cose.” Affermazione che ci ha fatto riflettere, in quanto sappiamo che in realtà
molto è stato scritto sull’argomento, ma forse si potrebbe integrare, ad un’approccio