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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ... - agregat

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Capitolo II Politiche traduttive dei film festival 55<br />

precisa, oltre che una sorprendente vicinanza di temi con il cinema italiano. Si<br />

rendono conto che non esiste nessun festival sul cinema indiano, e decidono di dar<br />

vita a questo progetto. Con l’obiettivo di presentare, attraverso un cinema<br />

indipendente e di qualità, un’immagine dell’India che sia diversa da quella<br />

tradizionale di terra di misticismo, spezie e massaggi, proposta in genere dal cinema<br />

commerciale. Si impegnano a promuovere autori normalmente esclusi dai circuiti<br />

tradizionali, per far conoscere, attraverso la cinematografia “un pianeta che è,<br />

secondo noi, lo specchio delle contraddizioni del mondo moderno.” 36<br />

Si vuole, da un lato “sdoganare un’idea dell’India che non sia quella canonica,<br />

che è normalmente l’idea che uno ha prima di andarci e, a volte, anche quando<br />

ritorna. Dall’altro, utilizzare quest’idea della modernità, o dell’arretratezza, che passa<br />

attraverso il cinema, che è secondo noi, grandissimo strumento di conoscenza.” 37<br />

L’India che vogliono far conoscere è anche quella dei colori, dei profumi, che<br />

tutti abbiamo in mente, ma è soprattutto quella terra abitata da un miliardo di<br />

persone, che parlano diciotto lingue diverse, tutte ugualmente meritevoli di essere<br />

sentite. Per il suono ,“meraviglioso”, del bengali, per la dolcezza del tamil, per<br />

l’estetica del segno dell’hindi. Perché sono lingue a pieno titolo, come le altre, non<br />

meno importanti di un’inglese o di un francese, e come tali vanno parlate e sentite,<br />

perché “è giusto togliersi da quest’idea eurocentrica che abbiamo”. 38<br />

Questa attenzione nei confronti della lingua è anche quello che spinge i due<br />

direttori a scegliere sin dall’inizio il sottotitolo, ancor prima di sapere quanto costa, a<br />

prescindere, perché “è giusto far sentire il film hindi in hindi. (***) Noi abbiamo<br />

visto che qualcuno esce dal cinema avendo nelle orecchie un suono, che può essere<br />

quello del bengalese, e capisce che il bengali è diverso dall’hindi, che hanno due<br />

suoni diversi,e che ci sono due diversi livelli di narrazione ”. 39<br />

Velo e Marziali hanno scoperto che al pubblico piaceva l’hindi, attraverso una<br />

singolare iniziativa, le “Bollywood Sundays”, che era stata pensata per capire se<br />

c’era a Firenze un pubblico indiano che andava al cinema, e che quindi sarebbe<br />

36 Cfr. Intervista Indian Film Festival, appendice A.<br />

37 ibid.<br />

38 ibid.<br />

39 ibid.

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